Camorra, Polizia – GdF sequestrano beni ad appartenente del clan Belforte

Personale della Divisione Anticrimine della Questura di Caserta e del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Caserta ha dato esecuzione al decreto di confisca di prevenzione emesso dal Tribunale di S. Maria Capua Vetere (CE) – Sezione per l’applicazione misure di prevenzione, su proposta avanzata dal Sig. Questore di Caserta, nei confronti di TROMBETTA Roberto, nato a Casagiove (CE) cl.1964, (allo stato detenuto), già di professione insegnante, ritenuto appartenente alla consorteria criminale attiva nell’area di Marcianise e zone limitrofe, denominata clan “Belforte” o “Mazzacane”.

Contestualmente, nei confronti del TROMBETTA, è stata disposta la misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di anni 2 e mesi 6, in quanto ritenuto portatore di pericolosità sociale qualificata.

In particolare, con il provvedimento anzidetto è stata disposta la confisca di un appartamento sito in Marcianise (CE), nonché il sequestro e la contestuale confisca per equivalente fino alla concorrenza della somma di € 115.200.

L’esecuzione della misura di prevenzione anzidetta rappresenta, l’epilogo della complessa e articolata attività investigativa che ha permesso di ricostruire gli asset patrimoniali e finanziari nella disponibilità, diretta e indiretta (tramite i suoi familiari), del TROMBETTA, acquisiti con i proventi delle attività illecite commesse nel tempo.

Infatti, il succitato è stato condannato – con sentenza definitiva inflitta dalla Corte di Appello di Napoli il 27 novembre 2018, alla pena di anni 9 e mesi 4 di reclusione per associazione mafiosa e altro.

Diversi sono stati i collaboratori di giustizia le cui propalazioni sono state convergenti nell’indicare il TROMBETTA come trade union nella riscossione delle tangenti, tra il clan e gli imprenditori taglieggiati.

Le attività investigative svolte hanno, quindi, complessivamente dimostrato come TROMBETTA abbia tratto vantaggio, negli anni, dalla collusione con il “clan Belforte”, beneficiando di una cospicua ricchezza da ritenersi all’origine inquinata e, pertanto, sottoponibile a sequestro e confisca di prevenzione.

Redazione

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