“Draghi convoca le ‘solite’ sigle sindacali”: la rabbia dell’Unione Artigiani Italiani

“Un ritorno al passato che nessuno auspicava!”. Queste le amare parole del Presidente Nazionale dell’Unione Artigiani Italiani Gabriele Tullio alla lettura dei nomi delle parti sociali invitate dal Premier incaricato Mario Draghi impegnato nella stesura del programma di governo: “C’è delusione all’interno della nostra organizzazione – sottolinea Tullio – e c’è anche preoccupazione perché le sigle che verranno ascoltate fanno presagire, inevitabilmente, ad un autentico ritorno al passato. C’è una fetta dell’Italia che evidentemente non merita di essere presa nella dovuta considerazione, forse perché è quella che sta soffrendo più di altri la maledetta pandemia o forse perché non rientra nei piani del nuovo esecutivo”.

La UAI, assieme ad altre organizzazioni sindacali sia di imprese che di lavoratori, si è contraddistinta per il duro lavoro effettuato negli anni e nel confronto con le istituzioni, come accaduto anche recentemente a Villa Pamphili durante gli Stati Generali dell’Economia, alla ricerca di soluzioni condivise nel rispetto di tutti: “Questo cambio di strategia – spiega il presidente UAI – non lo condividiamo affatto e l’auspicio è che ci sia un ravvedimento su questo modo di gestire la politica. Il Paese ha bisogno, come chiesto a gran voce dal Presidente Mattarella, di uno sforzo comune senza divisioni e pregiudizi ma, a quanto pare, non mi sembra che questo sia lo spirito del nuovo esecutivo. Le imprese e i lavoratori hanno il diritto di manifestare le proprie idee e noi abbiamo il dovere di sostenere le loro istanze come si conviene alle migliori democrazie occidentali. Continueremo a lavorare a fianco del tessuto produttivo – conclude Tullio – difendendo i valori delle imprese italiane e non ci faremo intimorire da chi non vuole ascoltare il nostro grido di dolore”.

Redazione

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