L’idea di Draghi: scuola fino a luglio, mix di prudenza e timore dai presidi
La pandemia ha rubato giorni di scuola ai ragazzi e alle ragazze italiani e Mario Draghi vuole partire da qui: il calendario scolastico va rivisto e bisogna fare di tutto per assicurare che alla ripresa a settembre i professori siano in cattedra. Ne discute con i partiti più piccoli il premier incaricato durante il secondo giro delle consultazioni.
Sulla scuola si sono già fatti sentire i presidi: l’idea di allungare, magari fino a luglio, la presenza degli studenti in classe viene accolta con un mix di prudenza e timore mentre sulle “200mila assunzioni” da fare la richiesta è di maggiore autonomia agli istituti.
“Ci sono 800mila posti di insegnamento e oltre 200mila sono scoperti. Bisognerebbe assumere oltre 200mila docenti ed è fattibile se daremo alle scuole il potere di assumere, magari attraverso una forma di concorso alleggerita. Se il presidente incaricato sta pensando a una riforma strutturale la accogliamo con favore”. Lo ha detto il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli. Sull’ipotesi di prolungamento dell’anno scolastico sottolinea: “se si tratta di un prolungamento relativamente contenuto si può fare, ricordo che il mondo della scuola sta lavorando da settembre, non si può proseguire ad libitum”.
(ANSA)