Governo, la senatrice casertana M5S Moronese dice ‘no’ a Draghi

“La sola possibilità di appoggiare il governo Draghi mi fa inorridire. E non lo dico perché sono prevenuta, o per ideologia, ma perché ho fatto delle attente riflessioni considerato anche il momento difficilissimo che il nostro paese attraversa. Tralascio ogni commento su chi ha provocato questa crisi di Governo, la sua irresponsabilità e il fatto che siamo tutti convinti che è un burattino che si muove su ordine di poteri altri”. Così la senatrice casertana del M5S, Vilma Moronese.

“Le motivazioni che mi inducono convintamente a dire NO sono tante ma almeno qualcuna voglio condividerla con voi: 1. Un governo Draghi è un governo tecnico, inutile giocare con le parole, anche se nomini qualche ministro delle forze politiche, rimane comunque un governo tecnico, guidato si da uomo di “alto profilo” come lo definiscono ma di certo che rappresenta, più di tutti gli altri, il sistema finanziario e le banche. Un presidente del consiglio di questo tipo farà quindi scelte che non hanno nulla a che fare con una visione politica programmatica, scelte prive di umanità e prive di uno sguardo attento soprattutto ai cittadini più deboli. E’ una sorta di commissario che avrà pieno potere decisionale e questo potere lo userà soprattutto per spendere i 209 miliardi del Recovery Fund; 2. Io mi domando e mi chiedo, ma se con Giuseppe Conte Presidente del Consiglio e con una maggioranza che aveva comunque raggiunto una sua maturazione, non eravamo riusciti ancora a raggiungere alcuni obiettivi importanti, come si pensa di poterlo fare con la stessa maggioranza ma con in più Forza Italia e con un banchiere (Draghi) che guida il Governo? Cioè vogliamo forse dire che il problema era Conte? Per me NO. Conte ha fatto, con tutta la maggioranza, un lavoro straordinario, però proprio perché capace e proprio perché uomo non condizionato da poteri “altri” era diventato scomodo, troppo scomodo. Un uomo che si è definito e ha dimostrato di essere l’avvocato del popolo non è accettabile quando c’è da spartirsi una fetta grande quanto 209 miliardi!; 3. Ma seppur vogliamo tralasciare i punti 1 e 2, ci rendiamo conto che appoggiare Draghi significherebbe avere al tavolo della maggioranza Forza Italia? Berlusconi? Io non so se vi ricordate le nostre battaglie nella scorsa legislatura ma io posso dire di ricordarmi ogni cosa, perché io c’ero. Nel 2013, il 27 novembre (ho conservato ancora il tappo della bottiglia di spumante che aprimmo per festeggiare) riuscimmo finalmente a votare la decadenza di Berlusconi da senatore. Fu durissima, tutti i partiti compatti cercarono in ogni modo di rinviare rinviare e rinviare il giorno del voto. Ricordo i tanti interventi in aula, i tanti tentativi per affermare che la legge esiste ed è uguale per tutti. Io ricordo che il 27 novembre 2013 fu una giornata lunghissima, tesissima, ma storica, avevo le dita che mi sudavano per l’agitazione di quel voto e votammo. Mi sentii parte di un gruppo che si poneva un obiettivo alto altissimo, fare politica per i cittadini urlando in quelle aule ‘fuori la mafia dallo Stato’. E ora se mi si chiede se sono d’accordo ad andare al governo con Draghi, Berlusconi, no mi spiace è troppo per me. Con la stessa emozione nel cuore, sapendo di fare la cosa giusta, io risponderò NO!”.

Redazione

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