Imprese, Moretta: “Fiducia in governo Draghi, stop ai contributi a pioggia”
“Siamo fiduciosi in una svolta decisiva che il nuovo governo del presidente Draghi dovrà imprimere facendo in modo che le risorse del Recovery fund siano utilizzate nel miglior modo possibile per dare respiro alle imprese, mettendo fine alla distribuzione a pioggia di denaro pubblico con decreti improvvisati”. E’ l’auspicio di Vincenzo Moretta, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, rivolto in apertura del webinar “Imprese e professionisti tra codice della crisi di impresa e diritto emergenziale della crisi da Covid-19” promosso dall’Odcec partenopeo.
“Il differimento dell’entrata in vigore del Codice della crisi a settembre 2021 – prosegue Moretta – deve essere utilizzato per armonizzare i principi del Codice, da un lato, e dei decreti emergenziali del governo, dall’altro. Per questo il confronto tra i professionisti e la magistratura è fondamentale per fare chiarezza nel coacervo di norme confuse e contraddittorie prodotte dall’emergenza pandemica”.
A condividere le preoccupazioni del numero uno dei commercialisti partenopei è Gian Piero Scoppa, presidente della sezione Fallimentare del Tribunale di Napoli: “Dobbiamo prepararci ad affrontare l’imminente ‘pandemia delle insolvenze’, che nel tempo sono state rinviate con piccole misure di ristoro e con il blocco dei licenziamenti, ma adesso sembra venirci addosso in tutta la sua drammaticità. In questo senso, il Codice della crisi doveva impattare sul sistema imprenditoriale affrontando l’insolvenza mediante l’emersione tempestiva. Ma adesso ci troviamo nella difficile condizione della sommatoria delle crisi pregresse alle quali si vengono ad aggiungere tutte quelle determinate dall’emergenza Covid. Capisco allora l’ansia dei professionisti che si troveranno a essere la prima linea nell’affrontare questa situazione. Noi stiamo cercando di organizzarci, come Tribunali, per farci trovare pronti alla sfida. Ma con viva preoccupazione noto ancora una impreparazione complessiva del sistema Italia ad affrontare questa imminente emergenza economico-finanziaria”.
Per Immacolata Vasaturo, consigliere tesoriere dell’Odcec di Napoli e moderatrice dell’incontro: “La proroga dell’entrata in vigore del Codice della crisi è stata quanto mai opportuna per evitare il probabile default dei tribunali. Ma adesso occorre farsi trovare preparati per porre in essere la volontà ferma del legislatore a far emergere anticipatamente le crisi d’impresa e a mettere in campo gli obblighi di segnalazione posti a carico dei soggetti individuati dalla norma”.
Le incongruenze tra l’entrata in vigore del Codice e la normativa prodotta negli ultimi mesi sono state sottolineate da Ciro Esposito, presidente della Commissione Crisi d’impresa: “L’ordito disciplinare che restituisce la legislazione emergenziale si pone in antitesi con le norme del Codice crisi d’impresa che punta sulla tempestività. Un contrasto ancor più evidente nelle norme come l’art 2086 e nelle regole che disciplinano la struttura e la governance degli assetti contabili tesi all’emersione crisi”.
Il ruolo dell’Agenzia delle Entrate è stato evidenziato da Pasquale Fabbrocini, Capo dell’ufficio Contenzioso e riscossione dell’Agenzia delle Entrate della Campania: “E’ indispensabile la maggiore responsabilizzazione di tutti i protagonisti delle procedure di transazione fiscale attraverso la previsione di controlli più stringenti, imponendo una trasversalità della loro lavorazione e realizzando un maggiore coordinamento tra Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza per prevenire le frodi fiscali e gli altri fenomeni criminali”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Eduardo Savarese, giudice delegato presso la sezione Fallimentare del Tribunale di Napoli che ha posto l’accento sulle azioni di massa e sull’importanza delle nuove prassi in materia di postergazione.
Anche gli industriali hanno espresso il loro favore nei confronti del Codice della crisi con l’intervento di Alessandro Di Ruocco, presidente Giovani industriali di Napoli: “E’ giusto rivelare per tempo le tante ‘aziende zombie’ nelle quali non si può continuare a investire. Condividiamo la ratio del codice della crisi ma restiamo perplessi sulle tempistiche. Motivo per cui riteniamo la proroga più che necessaria”.
Un appello a guardare ‘oltre’ è arrivato da Maria Caputo, consigliere nazionale dei giovani dottori commercialisti: “Necessita di un cambio di rotta a prescindere dall’entrata in vigore del Codice. La vera crisi economica non è ancora arrivata. Questo è il momento per amministratori, sindaci e revisori per darsi da fare e operare le scelte giuste tenendo presente che quelle prese oggi avranno impatto molto più forte nel post pandemia”.
Sul tema del default si è soffermata anche Carolina Rumboldt, segretario della Commissione Diritto della crisi d’impresa e dell’insolvenza: “L’introduzione del Codice della crisi si va a inserire in un quadro normativo già complesso, ivi compreso le norme sul default con le nuove classificazioni. Con la sua entrata in vigore ci armonizziamo con la normativa europea ma restano forti contrasti con la realtà che stiamo vivendo con ripercussioni serie sulle possibilità di recupero economico delle piccole e medie imprese”.