La Napoli del dopo Eduardo a RadioTechete’

Lo spazio teatrale di RadioTechete’ (DVB-T; DAB Canali 12B · 12D; Sky Canale 8835; TivùSat Canale 640; Eutelsat 5 West B (DVB-S2 · FTA) 11012 – V – 30000 – 3/5; Streaming), dal 15 febbraio al 2 marzo, alle 9.00 e poi alle 17.00, sarà dedicato agli autori partenopei affermatisi sulla scena italiana all’inizio degli anni Ottanta. A loro si deve il fenomeno della cosiddetta “Nuova drammaturgia”, termine con cui i critici indicarono gli scrittori che facevano ricorso a modalità espressive diverse dai canoni linguistici utilizzati nella scrittura teatrale tradizionale.

Con la fine della stagione dell’avanguardia degli anni Sessanta e Settanta che rifiutava la centralità del testo a favore di una visione totale della rappresentazione, si avvertì infatti la necessità di raccontare storie che sapessero descrivere i profondi mutamenti culturali avvenuti nella società italiana dalla fine degli anni Cinquanta, sia per quel che riguardava il piano della lingua che quello dell’immaginario. La parola tornava allora a essere recepita come il veicolo principale per mettere in scena non solo le contraddizioni e disillusioni innescate dalle trasformazioni sociali, ma anche il mondo privato: quello dei sentimenti e delle relazioni, così spesso permeato dal malessere, dalla solitudine e dalla paura. I personaggi che animano le opere di Manlio Santanelli, Annibale Ruccello ed Enzo Moscato – i tre drammaturghi che hanno dato vita alla rinascita della scrittura teatrale del dopo Eduardo – sono per lo più degli emarginati che non riescono a integrarsi ai nuovi modelli culturali, molto spesso incentrati su un edonismo consumista e individualista, disadattati che vivono la realtà come un elemento perturbante ed estraneo al proprio microcosmo. La lingua in cui comunicano è una lingua primordiale, materna, in cui espressioni della cultura alta si fondono a espressioni gergali, frasi idiomatiche, amalgamate da un dialetto pastoso, caldo, in grado di conferire alle parole una loro fisicità e di tradurle in gesti, in stati d’animo precisi.

Gli speciali sulla drammaturgia post-eduardiana, curato da Silvana Matarazzo, comprende alcune opere degli autori citati, ormai diventati dei classici, sulla scia di Viviani e di Eduardo, le interviste a Santanelli e a Moscato, le testimonianze del regista Pierpaolo Sepe e di Isa Danieli che ricordano Annibale Ruccello, morto a trent’anni nel 1986 in seguito a un incidente d’auto, e una lunga conversazione con Giulio Baffi, presidente dell’Associazione nazionale dei critici di teatro, profondo conoscitore della scena partenopea.

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Redazione

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