La cannabis entra in cucina: i vantaggi dei semi

La gastronomia è un settore in rapida espansione. La riscoperta delle tradizioni e la loro reinterpretazione moderna, infatti, sta coinvolgendo attivamente numerose persone: dagli appassionati ai food blogger, dai ristoranti ai dilettanti casalinghi.

Mettere mano ai fornelli per soddisfare tutti e 5 i sensi anche a tavola porta anche alla riscoperta di ingredienti dalle straordinarie capacità benefiche per la salute: tra questi vi sono i semi di cannabis.

La possibilità di esplorare su Sensoryseeds i semi fast o altre tipologie di sementi al 100% naturali, infatti, apre non solo la possibilità alla coltivazione della pianta di canapa a scopo alimentare, ma permette di arricchire la propria dispensa di un prodotto versatile, estremamente salutare e a dir poco intrigante.

Gli store online che permettono di accedere a simili offerte sono numerosi; realtà riconosciute e accreditate permettono di fornirsi di una vasta varietà di semi di cannabis, sia a scopo alimentare che agricolo.

Ma per quale motivo i semi di cannabis stanno riscontrando tanto successo? Quali sono le proprietà che li rendono un vero e proprio toccasana per la salute?

Semi di cannabis in cucina: le caratteristiche

I semi di cannabis entrano in cucina per lo più una volta che sono stati decorticati. La cotica, infatti, è poco digeribile e coriacea:

la sua funzione è meramente protettiva e non presenta valori nutrizionali significativi eccezion fatta per l’alto contenuto di fibre.

Il seme decorticato, al contrario, è facilmente digeribile anche da parte di chi soffre di problemi di stomaco.

Presentando un basso contenuto di carboidrati (su 100g appena 8,67g, di cui 1,5g sono zuccheri) e un elevato contenuto di grassi benefici (48,75g), l’uso dei semi di cannabis è simile a quello di altra frutta da guscio come noci, nocciole, castagne, pinoli e mandorle.

Possono essere, infatti, impiegati per la preparazione di creme, pesti, salse o preparati aromatici.

Il contenuto lipidico, infatti, aiuta a sigillare gli aromi degli altri alimenti, aumentando significativamente l’intensità dei sapori e contribuendo a dare una gradevole pastosità e cremosità agli alimenti.

I semi di cannabis, inoltre, vengono anche impiegati per produrre farina e latte, ideali per dolci e rustici che salutari, genuini e particolarmente golosi.

Farina di cannabis: come usarla

La farina di cannabis è caratterizzata da un gradevole aroma di frutta da guscio e può essere impiegata per la realizzazione di dolci, pane o rustici.

Il principale consiglio nel caso di preparazioni con la farina di cannabis è di mischiarla a farina di frumento (grano, farro, orzo, segale, grano saraceno, etc.). Similmente alla farina di castagne, infatti, quella di cannabis presenta un contenuto di carboidrati relativamente basso e questo è di ostacolo ad una corretta lievitazione.

Gli agenti lievitanti, infatti, agiscono sugli zuccheri e gli amidi della farina, producendo anidride carbonica che, restando intrappolata, conferisce elasticità, morbidezza e spugnosità all’impasto.

Nel caso della farina di cannabis, i carboidrati sono insufficienti a garantire una buona lievitazione. Per questo motivo è opportuno miscelarla alla farina di frumento (meglio evitare quelle raffinate). Il rapporto ideale è di 1:3, per ogni 100g di farina di cannabis è opportuno aggiungere 300g di farina di frumento.

In questo modo la pasta potrà crescere adeguatamente.

Per accentuare il sapore di nocciola si può anche aggiungere il latte di cannabis, solitamente composto per il 15% da semi di cannabis e per il resto di acqua e zucchero.

Leggero e naturale, il latte di cannabis non è solo un valido ingrediente per la preparazione di dolci, ma anche una bevanda da consumare nel corso della giornata.

Perché cucinare con i semi di cannabis: i benefici

I semi di cannabis, dunque, non solo aiutano ad amalgamare gli ingredienti per via della consistente presenza lipidica, ma comportano numerosi benefici per l’organismo.

Come tutti i semi, infatti, anche quelli di cannabis sono ricchi di tutti quegli elementi che servono ad aiutare il germoglio a crescere velocemente nel primo periodo di vita: elementi che risultano essere essenziali anche al benessere del corpo e della mente.

In particolare i semi di cannabis sono ricchi di vitamine e sali minerali. I valori per 100g di semi sono a dir poco sorprendenti.

Le vitamine nei semi di cannabis

I semi di cannabis contengono per lo più vitamine appartenenti al gruppo B, E e C. Quelle presenti in quantità maggiore sono quelle appartenenti al gruppo B (B1, B2, B3, B6). Queste sono necessarie al mantenimento dell’equilibrio emostatico, alla salute del sistema nervoso e al metabolismo degli amminoacidi.

Per quanto riguarda, invece, la vitamina C ed E, i semi di cannabis coprono una percentuale significativa del fabbisogno giornaliero.

Piuttosto che ricorrere agli integratori artificiali, i semi di cannabis premettono un’assunzione naturale delle vitamine necessarie al benessere corporeo, oltre a importanti sali minerali.

I sali minerali nei semi di cannabis

I sali minerali contenuti nei semi di cannabis sono essenziali alla crescita e al mantenimento di un metabolismo equilibrato.

Alcuni di questi, come il potassio, sono anti-ossidanti essenziali per la lotta ai radicali liberi e all’invecchiamento cellulare.

In particolar modo i minerali contenuti in quantità maggiori sono:

• Fosforo: 50g di semi di cannabis coprono l’intero fabbisogno giornaliero di un adulto;
• Magnesio: in 30g di semi di cannabis si trova tutto il magnesio da assumere quotidianamente;
• Zinco: 100g di semi di cannabis sono sufficienti a coprire il fabbisogno giornaliero;
• Ferro: 100g coprono l’80% del fabbisogno di un uomo adulto e il 45% del fabbisogno di una donna;
• Potassio: in 100g è contenuto il 30% del fabbisogno giornaliero;

Si tratta, dunque, di un alimento completo sotto numerosi punti di vista. Un ingrediente interessante e benefico da impiegare in cucina.