L’influencer Mafalda De Simone minacciata di morte sui social

“Tu credi che veramente la scuola abbia bisogno di te? Vergognati, meriteresti 50 coltellate” o “L’uso dei social nelle scuole? Ma ammazzati”, fino ad arrivare a dire “Trovarti un lavoro serio, no? Io per la vergogna mi sarei buttata giù da un ponte”. Questi alcuni delle minacce di morte giunte a Mafalda De Simone, influencer campana con oltre 170mila followers all’attivo, perché “colpevole” di aver chiesto ai dirigenti scolastici degli istituti italiani e al ministero dell’Istruzione di dedicare alcune ore dei piani didattici all’insegnamento dell’utilizzo dei social network

Messaggi preoccupanti, che la De Simone ha allegato, nei giorni scorsi, in una denuncia già depositata alla polizia postale, segnalando i relativi account da dove sono arrivate le minacce. “Sono sempre più convinta di quanto ho detto nei giorni scorsi: le generazioni del futuro devono saper imparare a usare i social, perché i loro familiari certamente non lo sanno fare se è il risultato è quello che mi sono trovata nelle caselle di posta privata”, ha detto. “Purtroppo, si tratta di gente ignorante. Punto primo, il mondo sta cambiando, nel bene o nel male, ed è questa la realtà che viviamo. Sta a noi non renderla moralmente degradante. Nessuna delle mie foto o attività può giustificare un messaggio di morte di un perfetto sconosciuto. Inoltre, la scuola, come istituzione, ha il dovere essere al passo con i tempi. Certamente, negli anni Sessanta non si studiava informatica, ma poi i computer sono entrati nelle nostre vite e ora ci sono corsi di studi specifici. Si studia per diventare social media manager, ma non si vogliono dare gli strumenti ai propri figli per stare attenti dalle insidie che nascondono i social network. Infine, non ho mai detto di voler diventare insegnante domani mattina. Personalmente, ho un lavoro e una vita: che piaccia o no, infatti, sono un’imprenditrice digitale e una studentessa di Giurisprudenza. I professori, però, su queste attività devono essere affiancati da personale qualificato. E che piaccia o no, queste persone sono i social media manager o gli influencer, quest’ultimi preferibilmente veri e non con i follower comprati dall’India. Per il resto, alle cattiverie continuerò a non dare peso. Ma trascinerò in Tribunale chi mi ha augurato di morire”.  

Redazione

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