Sequestro beni a ditta raccolta rifiuti, UpC: “Comune faccia dovute verifiche”

Abbiamo appreso da organi di stampa del napoletano che, tra il 15 e il 16 marzo, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni del valore di oltre 1.200.000 euro, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della procura, nei confronti della società che si occupa della raccolta rifiuti anche a Cesa. Il provvedimento deriva dagli accertamenti di natura economico-finanziaria svolti dalla compagnia della guardia di finanza di Castellammare di Stabia, avviati a seguito di un’attività ispettiva di carattere fiscale che ha permesso di accertare che la società destinataria del sequestro ha omesso il versamento di ritenute nei confronti dei propri dipendenti per lo stesso importo”. Così il gruppo consiliare Uniti per Cesa.

”La condotta illecita, oltre all’indebito risparmio d’imposta, ha consentito alla società di collocarsi sul mercato in una posizione di privilegio, con effetti distorsivi sulla concorrenza. Chiediamo agli uffici comunali di fare tutte le verifiche del caso. Le Amministrazioni Comunali che concedono appalti per servizi pubblici hanno un preciso dovere di controllo e garanzia stabilito dalla legge, (art. 36 L.300/20.05.1970), e devono comunicare eventuali inadempienze dell’appaltatore alla Presidenza del Consiglio dei Ministri affinché, accertati i fatti, si possa anche decidere di escludere l’azienda dalla partecipazione a futuri appalti. I lavoratori del cantiere di Cesa e i cittadini-contribuenti, meritano tutele e garanzie”.

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Redazione

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