Aversa. Orabona: “Giunta arcobaleno 2.0: La Famiglia Addams”
“E’ cosa risaputa che non esiste nulla di più effimero dell’arcobaleno e nulla di più inconsistente e precario di una “giunta arcobaleno”, degna per di più, per i suoi fantasmagorici e raccattati componenti, solo di un avanspettacolo politico spregiudicatamente e ad ogni costo vocato alla conservazione delle poltrone e alla bieca gestione del potere. L’artefice di questo orripilante e ingordo mostro politico che governa Aversa è stato Alfonso Golia, un sindaco da tempo sfiduciato anche dalla sua stessa maggioranza e che sta disperatamente vivacchiando nell’opaca ombra delle maschere di sinistra e di spregiudicati giannizzeri che rimbalzano da un campo all’altro con la rapidità di una pallina da ping-pong”. E’ l’analisi di Isidoro Orabona, Responsabile Regionale Seniores Forza Italia, sul rimpasto dell’esecutivo Golia.
“L’alluvione di finti ideali e di valori un tanto al chilo gridati da Alfonso Golia durante la sua campagna elettorale lo ha travolto e sommerso insieme ai suoi falsi “volti freschi” della strombazzata “nuova stagione politica”, di fatto materializzatasi in una vera e propria funesta arlecchinata. Sognare ad occhi aperti e pubblicizzare, proclamare i propri sogni non è certo un misfatto, ma averli poi calpestati, violati, sviliti in nome di una febbrile sete di potere e di un patologico attaccamento alla poltrona si è rivelato un perfido raggiro dell’elettorato che ha svelato il finto sognatore in un maramaldo, in un eroe del banale, un mistificatore politico che con i suoi logori slogan si è fatto beffe di tutto e di tutti e ha fatto precipitare la città in incubi esiziali. Quel candidato sindaco, Alfonso Golia, che solo qualche anno fa, con frasi e slogan d’accatto branditi con trasognata sicumera sosteneva di essere capace di camminare nel fango senza sporcarsi la tonaca, appare ora un triste sopravvissuto disposto a tutto, obnubilato da un sfrenato narcisismo autoreferenziale che ha prosciugato i pozzi della vergogna e che ora pateticamente tenta, con un incattivito vaniloquio della disperazione, di uscire dalla nicchia nella quale ormai da mesi è stato tumulato da tutta la città. Le più che accreditate voci del licenziamento da parte sua di tre assessori della sua giunta arcobaleno e della loro sostituzione con nomi che ulteriori danni e problemi riverseranno sulla città appare come l’epilogo di una farsa scritta da scaltri e cinici politici “extraterritoriali” fatta recitare da burattini e mestieranti disposti a tutto, anche a recitare sul palcoscenico dell’assurdo e dell’inverecondia e a farsi strumento di accoltellamenti e di vendette personali. Aversa può mai ancora tollerare tutto questo? Può ancora restare passiva spettatrice e prigioniera di questa profonda miseria intellettuale, politica e morale che contraddistingue questa classe politica, per di più in gran parte acefala e disposta, in nome del suo “particulare”, a genuflettersi, a prostrarsi a logiche e scontri di potere che nulla, ma proprio nulla, hanno a che fare con la Città? In questo panorama di rovine materiali e morali, sgombro di ogni dignità e decenza, Aversa non può continuare ad essere lo scenario di una inquietante presenza politica che ricorda la “mostruosa” famiglia Addams”.