Polizia in lutto, il covid si porta via il commissario Luigi Schettino
La Polizia di Stato perde l’ennesimo suo figlio a causa del Covid19: è scomparso Luigi Schettino, 43 anni, vice questore aggiunto in servizio alla Questura di Napoli. E’ deceduto dopo un lungo calvario: era ricoverato nella rianimazione del Monaldi di Napoli. Schettino, originario di Aversa ma viveva a Marcianise, lascia la moglie Rosa Assunta, ai due piccoli gemelli Giuseppe e Francesco. Domani alle 11.30 la salma di Luigi Schettino sarà benedetta e tumulata nel cimitero di Marcianise (Caserta).
Fin dall’adolescenza il suo sogno era stato quello di aiutare gli altri e combattere la criminalità. Luigi era stato uno dei “ragazzi” di Don Giuseppe Diana, il sacerdote ucciso dalla Camorra, da cui aveva appreso l’impegno verso la sua terra e gli ideali di giustizia e onestà. Dopo l’uccisione del Parroco anticamorra aveva maturato il sogno di diventare poliziotto per combattere la criminalità e donare un futuro migliore alla sua amata Campania e ai giovani di quella regione.
A darne notizia il sindaco di Marcianise, Antonello Velardi ricordando Schettino come una persona da un “fisico e testa da lottatore. Il dottore Schettino non era originario di Marcianise ma qui si era ambientato bene: vi si era trasferito seguendo quella che sarebbe poi diventata la moglie e la mamma di due gemelli. Abitava a San Giuliano, faceva vita molto riservata. Giovane studente a Giurisprudenza a Santa Maria, era un asso del diritto amministrativo: alcuni suoi amici e colleghi ancora ricordano la sua seduta di laurea e la sua proclamazione con molto onore e con molti applausi. Aveva in testa (e nel cuore) la Polizia di Stato e perciò decise di arruolarsi. Una breve permanenza fuori, da giovane commissario; poi lo sbarco a Caserta fino alla guida della Digos, uno degli uffici più delicati. E mentre era lì ecco l’inizio della sua via crucis. Finito in un tritacarne giudiziario, ne uscì con grande fatica ma a testa alta. Una vicenda che però era diventata il grande cruccio della sua vita. Grande fisicamente, e in forze, era abituato a lottare: la sua fine stupisce. Personalmente sono convinto che non sia riuscito a reggere il peso della sua via crucis e che il fisico si sia fiaccato fino a far cadere tutte le barriere immunitarie. Lo ricordo recentemente al Comune, dove era venuto a trovarmi per un semplice saluto: sempre cortese, ma non più sorridente, con il chiodo fisso della sua incredibile vicenda. Se ne va una brava persona, un amorevole padre, un uomo dello Stato. Marcianisano di adozione, lo era diventato a tutti gli effetti. Per la nostra comunità è un altro durissimo colpo, ed anche un micidiale monito. Al dottore Schettino un commosso pensiero, ai familiari le più sentite condoglianze e un affettuoso abbraccio, alla Polizia di Stato il nostro cordoglio. Una morte ingiusta, gli sarà sicuramente lieve la terra”.