Rientro scuola in Campania, ass. Scuole Aperte: ‘chiediamo corretta applicazione dei protocolli’
La Campania diventa arancione e il 19 aprile prossimo le scuole medie al completo torneranno in presenza, insieme alle scuole superiori che, fino al 26 aprile, resteranno in presenza al 50% e poi, come annunciato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, torneranno al 100%.
“Finalmente è chiaro che non ci sono ragioni per continuare a tenere i nostri ragazzi segregati, e i danni della Didattica a Distanza sono stati riconosciuti a diversi livelli. La DAD non è scuola. I nostri bambini e ragazzi hanno pagato già troppo: ci ritroviamo giovani disorientati, rassegnati, confusi. Per questa ragione, la nostra associazione si occuperà anche di promuovere progetti di recupero della socialità e a favore della diminuzione della gravissima dispersione scolastica che la Regione Campania ha registrato”. Fa sapere l’associazione Scuole Aperte Campania.
“È intanto doveroso evidenziare che, nonostante ufficialmente la Regione Campania sia ora, finalmente, allineata al resto del Paese per quanto concerne la scuola in presenza, nel corso dei dieci giorni trascorsi dalla riapertura delle primarie e della prima media, si sono già verificati diversi episodi anomali di messa in quarantena di classi e insegnanti o di chiusura di interi plessi scolastici. I protocolli nazionali vigenti, a cui le scuole e le AA.SS.LL. campane fanno riferimento, sono: Rapporto ISS Covid 19 n.58/2020; Circolare del MS n.3787/2021 (nuovi protocolli per le varianti. La circolare n.3787 dovrebbe essere applicata solo ai casi sospetti di variante, eppure le AA.SS.LL. considerano qualunque contagio in ambito scolastico come un caso di variante, da gestire quindi secondo le disposizioni contenute nella circolare ministeriale n. 3787. Non solo, i Dipartimenti di Prevenzione molto spesso applicano i protocolli in maniera errata e abnorme: a Torre Annunziata, per esempio, il plesso Caravelli dell’istituto Alfieri è stato chiuso con ordinanza sindacale per 15 giorni per la presenza di soli tre allievi positivi; ad Aversa, il plesso Borgo è stato chiuso fino al 28 di aprile per un solo caso di positività. In altri casi, gli istituti restano aperti ma intere classi e decine di insegnanti vengono posti in quarantena perché ritenuti tutti, indistintamente, contatti stretti dei positivi, non considerando l’uso di mascherine e il fatto che si siano rispettate le misure di prevenzione. In questo quadro disastroso, le famiglie, e anche i dirigenti scolastici, sono spiazzati e spesso ignorano cosa stabiliscono esattamente i protocolli nazionali. Per questa ragione l’Associazione Scuole Aperte Campania ha prodotto un documento di sintesi che sta divulgando attraverso i canali social e la stampa, e i cui contenuti sono, in parte, riportati di seguito. È innanzitutto fondamentale tenere presente che la definizione di contatto stretto non è cambiata in seguito alla diffusione delle varianti, ma è rimasta immutata dal maggio dello scorso anno. Le sole novità introdotte dai protocolli di gestione delle varianti sono: Tracciamento dei contatti a basso e alto rischio fino a 14 gg (anziché 48 ore) prima dell’insorgenza dei sintomi o della riscontrata positività del caso indice; Tampone a tutti i contatti, non appena identificati; Quarantena di 14 giorni (non più 10 + tampone negativo) con obbligo di tampone molecolare alla fine. Secondo le definizioni di contatto a basso e ad alto rischio richiamate dalla stessa circolare n.3787, chi si trova nella stessa aula di un positivo indossando una mascherina, e rispettando le altre misure di prevenzione, può anche non essere considerato automaticamente un contatto stretto; la stessa circolare, inoltre, non sembra prescrivere sempre e comunque l’obbligo di quarantena per i contatti a basso rischio. L’associazione Scuole Aperte Campania auspica pertanto che il MIUR e il Governo intervengano al più presto per richiamare la Regione Campania e le AA.SS.LL. al rispetto delle normative nazionali, in attesa di arrivare alla definizione di un protocollo scolastico unico, da applicare in tutto il Paese, al fine di gestire in maniera uniforme i contagi scolastici in tutte le regioni italiane”.