Aversa. Orabona: “Riprendiamoci la villa comunale”
“Uno dei punti di forza per offrire agli anziani, e non solo, la possibilità di frequentare la propria Città è poter disporre di luoghi di scambio e relazioni umane che mantengono vivo il rapporto dell’anziano con l’esterno.Osservando sui social le vecchie foto di Aversa, pubblicate da cittadini, non posso fare altro che prendere atto del degrado in cui vive la nostra dove l’incuria e la sporcizia non conoscono zone franche. Oggi, attraversando quella che è diventata la negazione di una “villa comunale”, mi è venuta l’idea di sollecitare pastori e pecorai a darci una mano: potrebbero portare a pascolare sul posto le loro greggi di pecore e capre e magari anche qualche mucca. Solo così si riuscirà ad eliminare le alte erbacce che si sono totalmente impossessate di un luogo che dovrebbe essere una piccola oasi di verde e di aria buona”. Così Isidoro Orabona, portavoce di Forza Italia Seniores.
“Ma, a proposito di aria buona, chi è stato quello sconsiderato incompetente che sta mettendo in funzione le cosiddette isole ecologiche impiantate proprio tra l’ingresso della villa comunale e piazzetta Don Diana? Se lo individuate diteglielo che posso aiutarlo perché lo posso fare assistere da un buon psichiatra. Ma questa amministrazione non si autodefinisce green? E allora non si vergogna di mantenere in condizioni schifose quel piccolo pezzo di exverde dove troneggia anche una cassa armonica squallidamente zozza e diruta? E non si vergogna, questa amministrazione autodefinitasi “pulita”, di non avere ancora abbattuto o bonificato quella specie di laido scheletro di gazebo vicino al a teatro Cimarosa, diventato un cripto (ma non tanto) orinatoio all’aperto? Amici, vogliamo tutti insieme ripulire la villa comunale e costituire un comitato che raccolga fondi per rispristinare la cassa armonica, seppellire quello scheletro di gazebo e rimuovere quegli immondezzai che stanno mettendo in funzione di fronte a piazzetta don Diana? Credo che così facendo potremmo aiutare la città ad aprire gli occhi e a rendersi conto della caratura dei nostri cosiddetti amministratori”.