Aversa. Orabona: “Situazione politica è grave ma non è seria”
Dopo l’ultimo consiglio comunale, in cui è stata ufficializzato il ribaltone con la nuova maggioranza arcobaleno costruita con “ingredienti” e personaggi sino a ieri ferocemente condannati dal sindaco Golia, gli aversani, tra cocenti lacrime e amari sorrisi, hanno coralmente inscenato una emblematica e partecipata cerimonia politica.
Si sono recati in massa alla fontana di piazza Vittorio Emanuele ed elevandola a fonte battesimale hanno portato in effige, in un portanfan rosso a forma di zaino, il sindaco Alfonso Golia e il suo sorriso di ordinanza.
I partecipanti, a nome dell’intera città, battendosi il petto e recitando un sentito atto di dolore, hanno quindi politicamente ribattezzato Golia imponendogli il nome di “Alfonso La Truffa”, per gli amici “Fofò ‘a truffa”.
Ne è seguita un’ovazione con autospargimento di abbondante cenere sulla testa. Nel rito battesimale i padrini del paffuto politico così ribattezzato erano rappresentati da cinque cirenei che indossavano la maschera dei transfughi dal centrodestra e dal noto MO-VI- MENTO di stelle cadenti.
Alla cerimonia, defilati in un angolo oscuro della piazza, come preoccupati osservatori, hanno assistito il gruppo dei sodali di Fofò e i valvassori del consigliere regionale Zannini da Mondragone, famoso per il suo zaino carico di riconoscenti doni, strabilianti promesse e generose offerte speciali; non lontani, chiusi in un contegno apparentemente distaccato, erano assiepati anche gli osservatori del gruppo dissidente del PD ; tra i due migliori nemici, per evitare un loro scontro fisico, era schierata una consistente formazione della Polizia.
L’oratore ufficiale della cerimonia, dopo l’aspersione dell’acqua battesimale sull’effige di Golia, ha proiettato la famosa scena della vendita della fontana di Trevi tratta dal film “Totò truffa ”ed ha illustrato le ragioni del battesimo evocando, tra continui applausi, azzeccati raffronti tra la vendita-truffa di Totò e l’elezione a sindaco di Fofò.
Come Totò riesce a vendere all’ingenuo italo-americano Decio Cavallo la fontana di Trevi, realizzando così il frutto della sua immaginifica e risibile truffa, ha detto singhiozzando l’oratore, così Alfonso Golia è purtroppo riuscito a vendere agli elettori aversani in buona fede il suo infiocchettato “pacco” politico, come il sogno del rinnovamento, il rifiuto della “vecchia politica”, l’allontanamento dei “vecchi politici”, la rinuncia agli inciuci e alle alleanze spurie, la condanna del clientelismo e del do ut des, la promessa della trasparenza e del miglioramento di una vivibilità costruita con la partecipazione popolare.
Quello di Fofò, infatti, ha concluso l’oratore tra boati di generale consenso, si è rivelato il più falso, “infinocchiante” e truffaldino bla-bla-bla della storia politica aversana, un vero e proprio festival del raggiro, tanto che sarà inserito, per tramandarne la triste memoria, nei manuali che insegnano ad evitare le truffe politiche e a diffidare degli imbonitori che indossano un’aureola posticcia.
La situazione politica ad Aversa è dunque grave ma non seria. La città ha però imparato, anche se a sue pesanti spese, che le capacità, il merito, la credibilità e l’affidabilità non si comprano al mercato, né tanto meno sui social, né si importano supinamente da lidi viciniori o si acquisiscono per corrispondenza. La storia della politica, di quella aversana in particolare, è fatta, per restare a Totò, di uomini e caporali ed è risaputo che in politica i caporali sono sempre quelli che mettono in scena le finte rivoluzioni solo per procurarsi una loro personale e lucrosa poltrona, anche se poi, fortunatamente, rimangono sepolti dalle proprie ambizioni perché man mano si trasformano da maschere a macchiette, vittime della loro stessa ossessione di potere.
Isidoro Orabona Sr
Responsabile Regionale Forza Italia Seniores