Cesa. Caso De Lucia, UpC: “Risposta del sindaco alla nostra interrogazione è incompleta e carente”

“Per amore della trasparenza, intendiamo far conoscere la risposta del sindaco Guida in merito all’interrogazione da noi presentata sul conferimento dell’incarico di responsabile dell’area di vigilanza al dottor De Lucia. Da un’attenta lettura delle sentenze menzionate dal primo cittadino, emerge come le stesse siano in contrasto con la sua scelta. Esse precisano che il personale della polizia municipale non può essere gerarchicamente subordinato a personale amministrativo, Corpo o Servizio di polizia municipale che sia. La legge quadro 65/86 riguardante l’ordinamento dei corpi e servizi di polizia municipale che Guida ha richiamato in combinato con il vigente regolamento di polizia municipale di Cesa, dispongono che il comandante della polizia municipale risponde direttamente al sindaco o ad un assessore delegato. Esattamente quello che invece, in dispregio della legge, si è inteso ignorare nel caso in questione”. Così il gruppo consiliare di minoranza formato dai consiglieri comunali Ernesto Ferrante, Amelia Bortone, Carmine Alma e Paola Verde.

“Il CCNL e l’art. 35 del dlgs. 165/01 statuiscono che l’accesso al profilo avviene tramite concorso pubblico. L’art. 52 esplicita che anche in caso di mobilità e scavalco (convenzioni tra enti) il lavoratore deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto dall’ente di appartenenza. Sempre dalla lettura della nota di risposta, si evidenzia come il sindaco avesse ben chiaro sin dall’inizio che il dottor De Lucia non fosse in possesso della qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria, inquadramento necessario per ricoprire l’incarico affidatogli (responsabile della Polizia Municipale), ponendo, consapevolmente, gli unici due abilitati nell’area di vigilanza, tra cui un maresciallo, in posizione illegittimamente subalterna rispetto ad un funzionario amministrativo. Mentre è giuridicamente e contrattualmente pacifico che un istruttore direttivo informatico non possa essere individuato quale responsabile dell’area di vigilanza di un servizio, peraltro, fortemente carente di personale qualificato. A Cesa vi sono solo due unità. Ci preoccupano anche le possibili conseguenze della Corte dei Conti, visto e considerato che vengono spesi soldi pubblici in barba a tutte le regole del contratto nazionale e delle leggi in materia, con il conferimento di un incarico ad un professionista non idoneo a ricoprire il posto mancante all’interno dell’area di vigilanza. Detto in maniera elementare, si paga un amministrativo di cui l’Ente non può pienamente avvalersi per ciò che la carenza d’organico richiederebbe. Poteva indossare la divisa e i gradi e di “Maggiore”? Poteva operare sequestri e firmare i relativi verbali? Può compiere atti di polizia giudiziaria e rispondere a deleghe della Procura? Può essere messo a conoscenza di tutti gli atti secretati afferenti alla qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria? Le domande sono quasi retoriche e la risposta appare semplice: no. Per questi motivi riteniamo che la risposta dataci dal primo cittadino sia carente e lasci in sospeso alcune importanti questioni”.

Redazione

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