Libia. Di Maio: “aiutare pescatori Mazara, ma via da acque Tripoli”
“Il punto non è tanto di sapere se i nostri pescatori possano andare a pescare nelle acque libiche perché la riposta la conosciamo ed è negativa. La questione più urgente è invece trovare misure di supporto economiche per sostenere quelle categorie di pescatori e armatori che più direttamente subiscono la conseguenze di questa situazione”. Così il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi di Maio, che nel corso di un’informativa alla Camera dei Deputati è tornato sull’episodio del 6 maggio che ha coinvolto un peschereccio italiano. L’imbarcazione, denominata Aliseo, è stata raggiunta da colpi di arma da fuoco esplosi da una motovedetta della Guardia costiera libica in attività di polizia marittima circa 35 miglia a largo della costa libica a nord della città di Misurata.
Di Maio ha definito “inaccettabile” che la Guardia costiera di Tripoli spari in direzione di una imbarcazione italiana. Il ministro ha ricordato però che la Libia ha dichiarato quelle acque zona di pesca protetta nel 2005, con una modalità da ritenersi “legittima”. Il ministro ha sottolineato inoltre che “il comitato di coordinamento interministeriale per la sicurezza sui trasporti e delle infrastrutture ha definito quelle acque molto pericolose per tutte le navi battenti bandiera italiana a prescindere dalla tipologia il 20 maggio 2019 con una misura tuttora in vigore”. Secondo Di Maio, “tale rischio era stato segnalato con una lettera al sindaco di Mazara del Vallo” da parte dell’Unità di crisi della Farnesina, del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e della Guardia costiera.
(Bri/ Dire)