Politiche sociali al centro del format ‘Dillo alla Lega Napoli’
La Carta Sociale e le politiche sociali al servizio dei cittadini: questo il tema al centro di “Dillo alla Lega”, appuntamento del lunedì in diretta Facebook sulla pagina della Lega Napoli, dove, moderati dal giornalista Giancarlo Borriello, cittadini, rappresentanti della società civile e ed esponenti del Partito si confrontano sul futuro della città. Un argomento molto caro a Elisa Russo, fondatrice dell’associazione anti-violenza “La forza delle donne”, oltre che imprenditrice e dirigente leghista campana, uccisa dal covid-19 la scorsa settimana, alla cui memoria è stata dedicata la puntata.
UNA SINERGIA PER IL SOCIALE
Tommasina D’Onofrio (Resp. Dip. Politiche Sociali Lega Campania) ha ricordato come siano stati pochissimi i fondi del PNRR allocati da De Luca sulle politiche sociali e sulla disabilità. “Serve invertire la rotta”. La Lega è riuscita ad istituire a livello nazionale un ministero per la disabilità e “servirebbe una sinergia a livello locale”, visto che in Regione l’Assessorato alle politiche sociali praticamente “è inesistente”, mentre il Comune di Napoli non sa spendere i fondi che gli manda la Regione. “Con la Carta Sociale proponiamo che il percettore possa spendere dove vuole e con chi vuole il budget assegnato”: in questo modo, ad esempio, una donna vittima di violenza potrà continuare a usufruire dello stesso centro anti-violenza. Infine la proposta: “maggior attenzione nei Comuni per assegnare i beni sequestrati alla camorra alle associazioni e alle cooperative che si occupano di donne vittime di violenza”.
SOSTEGNO AI CENTRI ANTI-VIOLENZA
Per Maria Coppola (Presidente Comm. Politiche sociali Municipalità 7) il sociale viene trascurato sia dalla Regione che dal Comune. “Abbiamo intitolato una strada a una vittima di femminicidio (Stefania Formicola, ndr) per sensibilizzare le nuove generazioni al tema della violenza contro le donne”. Ma mancano fondi per i Centri anti-violenza (CAV), non esiste un budget programmato per queste strutture che devono affrontare problemi delicati, a cominciare dalla difficoltà di una donna a denunciare le violenze di cui è vittima. “Si potrebbero usare ville sequestrate alla camorra per dare un tetto alle donne che denunciano i mariti violenti, agevolarle nella ricerca di un lavoro: molte donne preferiscono non denunciare perchè non hanno una indipendenza economica”.
AMPLIARE L’OFFERTA DI POLITICA SOCIALE
Antonella Esposito (avvocato, esperta di diritto di famiglia) ha evidenziato come la pandemia ha messo in luce le falle del sistema delle politiche sociali, mentre avrebbe dovuto insegnare che servono più investimenti. Oggi sono molte le separazioni e conflittuali, segnale di disagio sociale diffuso. “Manca una visione politica, Regione e Comune hanno dimostrato di non averne una”. Quando si parla di servizi sociali non si parla solo di donne vittime di violenza, ma anche di minori in difficoltà e anziani soli, ai disabili, alle vittime di dipendenze, agli immigrati: “Occorre ampliare l’offerta di servizi, aprendo anche ai privati. Bisogna dare lavoro alle donne per generare indipendenza, ma bisogna investire anche sull’istruzione”.