Cave, Turturiello: “la Regione Campania non conceda deroghe!”
L’ipotesi di consentire deroghe per continuare a cavare a ridosso di zone che hanno la funzione di mantenere l’equilibrio ambientale di un determinato luogo è un rischio che la Regione Campania non può permettersi e pertanto è da ritenersi inconcepibile anche solo che se ne stia discutendo nel contesto della perimetrazione delle cosiddette zone contigue alle aree protette.
Durissima la presa di posizione nei confronti di Palazzo Santa Lucia da parte dei Gruppi Ricerca Ecologica, storica associazione di protezione ambientale nata nel 1978 e riconosciuta dal Ministero della Transizione Ecologica: «Il Presidente De Luca deve intervenire con fermezza per stoppare alcune fughe in avanti di consiglieri che potrebbero avere gli effetti di continuare la distruzione del paesaggio di qualità e immettere in atmosfera inquinanti pericolosi per la salute – afferma l’avvocato Claudio Turturiello, responsabile regionale dei GRE Campania – l’impatto ambientale delle attività estrattive nell’area montuosa che delimita la pianura casertana da Capua a Maddaloni, con alcune coltivazioni attive ubicate a ridosso dei centri più popolati della Provincia, hanno generato un notevole impatto ambientale che oggi non è più sostenibile e non deve essere permesso. Ed invece registriamo il concreto rischio che alcune attività possano continuare in deroga, impattando sulla concentrazione delle pericolose polveri derivanti da cave direttamente implicate nell’inquinamento che attanaglia in particolare la città di Caserta».
«Dopo decenni di deturpazione, anche illegale, di aree naturali – continua Turturiello – non si possono ammettere esitazioni che potrebbero provocare stravolgimenti microclimatici e ambientali tali riflettersi negativamente sulla biodiversità, sul rischio idrogeologico, nonché su opere sociali da tempo attese dalla cittadinanza come il Policlinico di Caserta in corso di realizzazione da parte dell’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli».
“Il territorio della Regione Campania ed in particolare quello della provincia di Caserta negli anni hanno pagato un prezzo altissimo a causa delle attività estrattive – afferma Vincenzo Stabile, vicepresidente nazionale dei GRE e già Comandate regionale del Corpo Forestale dello Stato – con quasi 450 cave, con pesanti ripercussioni negative dal punto di vista paesaggistico, ambientale e – non dimentichiamolo – della legalità, visti in forti intrecci con gli interessi della criminalità organizzata. Alla devastazione del territorio si è sommata la pessima qualità dell’aria a causa della diffusione di particolato. Le attività di estrazione e lavorazione liberano una frazione contenuta nei materiali, la quale sarà facilmente dispersa nel territorio per via aerea e, date le sue piccole dimensioni, risulterà inalabile nelle vie respiratorie. Il rischio per la salute è quindi dovuto alle patologie che queste particelle producono nell’apparato polmonare. Continuare a consentire la “coltivazione”, ad esempio sui Monti Tifatini ad un chilometro e mezzo in linea d’aria dal nuovo Policlinico, ci sembrerebbe una scelta scellerata. Facciamo pertanto appello al Governo regionale affinché gli unici progetti siano quelli di risanamento ambientale».