Moratoria prestiti, De Lise: “su classificazione imprese serve chiarezza”

“Sulla classificazione delle imprese, in seguito alla richiesta di moratoria di finanziamento, come “forborne”, ovvero come oggetto di concessione che potrebbe determinare un rischio per il finanziatore, serve chiarezza. Abbiamo chiesto all’ABI (Associazione Bancaria Italiana), in una lettera indirizzata al direttore generale Giovanni Sabatini, di esprimersi perché ad oggi non si conosce ancora l’atteggiamento che verrà tenuto riguardo all’automaticità della classificazione di “soggetto a rischio” per le imprese richiedenti. Purtroppo, da un riscontro con gli Istituti bancari, sta emergendo che la semplice attivazione della proroga provochi un processo automatico di degradazione della posizione dell’impresa nei confronti del sistema creditizio, con ovvie gravi conseguenze che si ripercuoteranno nei rapporti tra gli Istituti bancari e l’impresa stessa”. Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.

“Vorremmo sapere se la classificazione dell’azienda avverrà davvero automaticamente o se l’Istituto potrà valutare di derogare a questa disposizione. Si tratterà, insomma, di forborne “interno” o segnalato in centrale rischi? Queste informazioni, ad oggi ignote, sono cruciali per prendere una decisione coscienziosa da parte della nostra categoria e per una corretta pianificazione aziendale da parte di tutto il mondo imprenditoriale”, evidenzia De Lise.

“Altro problema è che ad oggi non tutti gli Istituti hanno un “modello” da trasmettere ai propri clienti, visto che non è stata formulata una comunicazione univoca, e questo ha comportato una mancata comunicazione da parte delle banche riguardo la possibilità di proroga e un indubbio gravame a carico della nostra categoria, che dovrà essere eseguito, come al solito, negli ultimi pochi giorni disponibili. Le aziende che meno hanno accusato il colpo della pandemia non avranno alcun problema a tornare fin d’ora alla normalità, così come non avranno problemi le aziende in grave crisi a chiedere la proroga, indifferenti delle conseguenze. Per tutte le aziende che si trovano nel mezzo, invece, sarà di primaria importanza capire se un’agevolazione ricevuta oggi possa trasformarsi in una difficoltà per il futuro. In caso affermativo, ci troviamo per l’ennesima volta di fronte ad “aiuti” che risolvono il problema del momento, ma che torneranno, sotto altre vesti, sulle spalle delle imprese in futuro neanche troppo lontano”.

Redazione

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