Reddito Cittadinanza, Bassolino: “misura con un senso in città impoverite”
“Il reddito di cittadinanza deve essere rivisto perché in una situazione come questa, ben sapendo anche errori nell’impostazione e abusi da contrastare, è indubbio che sia stata una misura che, in città impoverite, abbia avuto un suo senso: bisogna andare alle mense Caritas o al monte dei Pegni per capire cosa è successo. Fondamentale è che sul reddito di cittadinanza non si faccia confusione, dentro non possono esserci insieme interventi sociali e politiche del lavoro”. Così Antonio Bassolino, candidato sindaco di Napoli, ai microfoni di Barba&Capelli su Crc.
“Tante famiglie napoletane – aggiunge – sono senza medico di base, nella periferia orientale mancano 16 medici perché in pensione e ci sono tanti anziani soli, impauriti. Se siamo riusciti a reggere è perché sono state reclutate tante figure nuove e bisogna renderle strutturali. La fiducia – sottolinea – si ottiene con il lavoro dignitoso, dobbiamo affermare il diritto al lavoro e i diritti nel lavoro. Ci sono forme di sfruttamento inaudito”.
“Una città si tiene assieme attraverso i legami sociali e civili. È molto importante che ci siano effettivi diritti e questo aiuta l’esercizio di doveri civili, ci dobbiamo saper rapportare nel modo giusto. Io parlo di sicurezza sociale perché è tale con l’ordine pubblico e anche con la costituzione civile, come direbbero gli illuministi napoletani del ‘700. Va fatto con l’educazione e la scuola, dai bambini fino ai livelli più alti. Qualche giorno fa ero a Roma e ho accompagnato mia nipote a scuola, era triste e dopo un pò ho capito qual era il motivo: era l’ultimo giorno di scuola. Basta andare all’uscita per vedere quanto conta per i bambini, scuole a tempo pieno e poli per l’infanzia in ogni municipalità. Questo è importante soprattutto nei quartieri difficili”.
“Mi sembra indubbio – aggiunge – che sul tema della scuola serviva più attenzione. Dobbiamo rimettere in piedi un welfare nazionale ma anche locale e municipale, questa è una delle scelte della prossima amministrazione. Un welfare che riprenda anche esperienze e idee fatte a Napoli rilanciando in modo aggiornato: le mamme dei quartieri, la scuola aperta di pomeriggio, i nonni civici. I tempi della città sono un tema attuale che in pandemia è venuto fuori: differenziare aperture di scuole, uffici e negozi. Se siamo una città solidale allora possiamo far scattare una cosa necessaria: la fiducia in noi stessi. Le risorse per il welfare arriveranno e noi dobbiamo saperle spendere”.
(Com/Rec/ Dire)