Vaccino, Sileri: “Astrazeneca? Sotto i 30 anni non dovrebbe essere usato”

Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus. Sul caso Astrazeneca. “I dubbi nascono a maggior ragione oggi che la circolazione e l’incidenza settimanale del virus si sono abbassate drasticamente- ha affermato Sileri– E’ chiaro che se un vaccino ha dato il sospetto di qualche complicanza, soprattutto nei più giovani, la forchetta del rischio-beneficio per questi soggetti si riduce. E quindi è probabile che per i vaccini non a mRna ci possa essere una rivisitazione delle indicazioni sull’età, usando maggior cautela oggi che la circolazione del virus è molto più bassa. Secondo me sotto i 30 anni non dovrebbe essere usato, soprattutto alle donne sotto i 50 anni non lo consiglierei, ma sono Ema e Aifa che devono valutare questa eventuale restrizione. Io sono prenotato in farmacia e farò il J&J, ma io sono over 40 e non sono donna quindi posso stare abbastanza sicuro, ma se avessi un’amica di 30 anni le consiglierei un vaccino a mRna”. Sui 2 milioni di over 60 non ancora vaccinati. “Questo numero si è progressivamente ridotto e sono abbastanza sicuro che si ridurrà ulteriormente. Credo che molte persone, considerando anche la bassa circolazione del virus, stiano temporeggiando in attesa di ricevere un vaccino di altra natura rispetto a quelli a vettore virale”. Mascherine a scuola. “Al momento dobbiamo attenerci alle regole attuali, quindi con la mascherina al chiuso. E’ chiaro che ad oggi è così, poi valuteremo più avanti. Ci sono due problemi: la vaccinazione ad oggi non è possibile sotto i 12 anni quindi il rischio che la scuola possa diventare un serbatoio virale esiste. Ma è anche vero che nel Nord Europa le scuole partiranno prima rispetto a noi e vedremo ciò che accadrà in quegli Stati, prenderemo atto di quei dati, li mutueremo e ci comporteremo di conseguenza”.

Sul Green pass. “Il green pass europeo ben venga, finalmente esiste e consentirà una mobilità ed una sicurezza per tutta Europa. Dobbiamo credere nel green pass. Non deve esserci ridondanza di cose, se io ho fatto il vaccino non devo fare il tampone, mentre invece oggi in alcune zone d’Italia viene chiesto il tampone anche a chi è vaccinato. Ecco perché il green pass deve diventare una realtà culturale, l’Europa e l’Italia a un certo punto dovranno affidarsi a un green pass completo che preveda vaccino o tampone”. Secondo Il Giornale dai verbali del CTS emerge molta confusione ad inizio pandemia. “Mi sembra eccessivo chiamarli verbali, si tratta di paginette raccolte non so da chi, sembrano anche molto sciatte. C’è scritto ben poco delle conversazioni che furono fatte in quelle riunione. Li chiamerei appunti sciatti di qualcuno che li ha presi, non li chiamerei verbali. Ho trovato scritta una mia dichiarazione di febbraio in cui chiedo una revisione dei posti letto, ma io quella cosa l’avevo detta anche il 28 gennaio… A febbraio ero ulteriormente preoccupato perchè andai a Wuhan e tornato da lì vedevo le cose in maniera molto diversa, per quello chiesi la riattivazione del piano pandemico utilizzato dall’ex ministro Fazio sull’H1N1. Furono dette moltissime altre cose in quelle riunioni che lì non sono presenti”. (Red/ Dire

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