Aversa. Summer School, i progetti del Liceo Jommelli

Calcio sociale, orienteering, riscoperta della natura, educazione alla cittadinanza e alla sostenibilità, laboratori d’arte, viaggi attraverso la bellezza del territorio: sono questi i progetti che, durante i mesi di giugno e luglio, stanno impegnando docenti ed alunni del Liceo Jommelli di Aversa.

Grazie alle progettualità messe in campo dal docente Ettore Passarelli, finanziati con FSE e FDR, sono state realizzate attività finalizzate a promuovere l’aggregazione, la socialità e la vita di gruppo delle studentesse e degli studenti del polo liceale.

“La crisi dovuta alla pandemia – spiega la DS Rosa Celardo – ha imposto a tutto il personale della scuola uno straordinario impegno per assicurare, comunque, nelle difficili condizioni date, il percorso scolare. Ciò nonostante, questo secondo anno scolastico in pandemia ha fatto emergere diffuse privazioni sociali, culturali, economiche. Si sono esacerbate le differenze e l’impatto sugli studenti in termini di apprendimenti e fragilità, determinando nuove povertà educative”.

“Non lasciare indietro nessuno”: questa la sfida. Ed utilizzare il periodo estivo per recuperare quella socialità, così duramente messa da parte durante i mesi di Dad. Gli alunni, a costo zero, in piccoli gruppi, sono stati impegnati in diverse attività: orienteering e rafting a Postiglione, in provincia d Salerno; escursioni al parco regionale delle dune di Cuma, al Parco del Vesuvio, a Capo Miseno, a Punta Capo e al sentiero degli dei (da Agerola a Praiano); visita guidata al borgo medioevale di Prata Sannita ed escursione alla Cipresseta di Fontegreca; visita al borgo storico di Sant’Agata dei Goti, al centro storico di Napoli, al bosco di Capodimonte, alla Reggia di Caserta, agi scavi di Pompei ed Ercolano, al borgo medioevale di Casertavecchia. Se il recupero della socialità penalizzata dalla pandemia è stato il focus dell’attività didattica estiva, a partire dal mese di settembre sono previsti ulteriori interventi per il potenziamento delle competenze disciplinari, in italiano, matematica e nelle lingue.

“Tutte queste iniziative – conclude la Ds Celardo – hanno consentito ai nostri studenti di ‘ricucire’ il nesso tra gli apprendimenti e la vita, tra lo studio e quello che è accaduto e continua ad accadere. Una dicotomia tra queste due dimensione renderebbe inutile lo sforzo della scuola”.

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Redazione

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