Aziende confiscate alla mafia, UNGDCEC: “Ruolo commercialisti fondamentale”

g “Il tema delle aziende confiscate e sequestrate alla criminalità organizzata è strategico per i commercialisti, che vogliono sentirsi sempre più centrali nel contesto economico e sociale italiano: non più semplici contabili, ma professionisti impegnati per il bene del Paese. In Italia lavorano migliaia di giovani commercialisti, uomini e donne che, soprattutto in questa fase di pandemia, vogliono mostrare all’opinione pubblica come questa categoria sia favorevole a principi di legalità, vicina alle istituzioni e ai contribuenti e fondamentale per arginare l’avanzata della criminalità organizzata. Ci sentiamo sentinelle di legalità, lavoriamo con lo Stato e per lo Stato a tutela dei patrimoni”. Lo ha detto Matteo De Lise, presidente Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, nel corso del convegno Uniti per la legalità, che si è tenuto presso la tenuta agricola Suvignano Monteroni D’Arbia (Siena).

Una giornata di lavoro dedicata al tema del recupero e del riutilizzo sociale delle imprese confiscate alle organizzazioni criminali, tra prospettive di sostenibilità e casi concreti, come quello di Suvignano. L’evento è stato organizzato da Unione e Fondazione Centro Studi Ungdcec, con il patrocinio di Comune di Monteroni D’Arbia e Comune di Murlo. Francesco Puccio, presidente Fondazione Centro Studi Ungdcec, evidenzia: “Essere a Suvignano è un’esperienza emozionante e appagante per chi come noi si occupa quotidianamente di attività concorsuali e giudiziarie. La nostra idea è qualificarci come Centro studi anche in questo segmento, lavorando insieme agli studi professionali e agli osservatori. L’obiettivo comune deve essere quello di mettere in piedi adeguate misure di contrasto alla criminalità organizzata”. Nel corso della giornata, De Lise ha consegnato all’Azienda agricola Suvignano e al Cavaliere del Lavoro Giuseppe Condorelli il premio Uniti per la legalità, alla sua prima edizione.

Giovanni Mottura, amministratore unico Azienda Agricola Suvignano srl, ha sottolineato: “I commercialisti devono raccogliere le istanze del tessuto produttivo e metterle a fattor comune con ciò che le istituzioni intendono realizzare, in un contesto di piena legalità. Suvignano può essere un esempio, qui la situazione era molto delicata, come d’altronde è oggi in molte aziende italiane. Dalla confisca del 2007 siamo riusciti a farne un luogo virtuoso e una realtà produttiva”.

“Oggi mettiamo in luce come, con organizzazione e capacità, è possibile sottrarre alle mafie beni di grande rilevanza”, ha dichiarato Condorelli, imprenditore siciliano che nel 2019 denunciò un tentativo di estorsione. “Ritengo di aver fatto la cosa giusta, mi auguro che altri seguano il mio esempio. Lavorare in un territorio come quello siciliano non è facile, la paura c’è ma abbiamo scelto la via del bene per il futuro dei figli e per salvaguardare l’azienda e i posti di lavoro”.

Per Enrico Lombardo, componente giunta Ungdcec e delegato in materia Diritto Penale dell’Economia, “a Suvignano con capacità tecniche, visione d’impresa ed esperienza sul campo è stato raggiunto un obiettivo fondamentale: la collaborazione tra diverse istituzioni e amministrazioni per dire a tutti che le soluzioni esistono sempre. Bisogna però avere la capacità di rischiare in un settore non semplice, nel quale bisogna affrontare i problemi in maniera concreta”.
All’evento sono intervenuti anche Alessandra Dolci, procuratore aggiunto a capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, e il magistrato Catello Maresca. “Esperienza importante in un posto magnifico – afferma Dolci -. È l’esempio di come, con l’impegno di tutti e le sinergie istituzionali e non, si riesca a piantare la bandiera dello Stato in un bene che prima era mafioso”. Per Maresca, “la tenuta di Suvignano è la dimostrazione che la lotta alle mafie non ha confini e che, se condotta con determinazione, passione e strategia, si può vincere. Nel recupero dei beni confiscati esistono buone prassi ed esempi virtuosi, ma c’è ancora tanta strada da percorrere”.

All’incontro hanno preso parte Sonia Mazzucco, vicepresidente Ungdcec; Bruno Corda, direttore Anbsc; Immacolata Amalfitano, viceprefetto Ufficio Territoriale del Governo di Siena; Davide Ricci, sindaco di Murlo; Gabriele Berni, sindaco di Monteroni D’Arbia; Luciano Fazzi, assessore Bilancio, patrimonio, tributi Comune di Siena; Anna Paris, consigliera Regione Toscana; Laura Di Renzone, presidente Ugdcec Siena; Ranieri Villi, coordinatore Unioni della Toscana; Ettore Perrotti, presidente Odcec L’Aquila e Sulmona; Roberto Scalacci, direttore Direzione Agricoltura e Sviluppo Rurale Regione Toscana.

Il convegno si è poi sviluppato in due parti, dedicate all’esperienza Suvignano e all’importanza del riutilizzo dei beni confiscati nel sistema di contrasto alle mafie. Hanno partecipato Giulio Sica dell’associazione Libera, componente coordinamento provinciale Siena; Giacomo Baffetti, tecnico agronomo Azienda Agricola Suvignano; Giovanni Sordi, ente regionale Terre Toscane; Carolina Rumboldt, presidente Commissione Ungdcec Diritto penale dell’Economia; Francesco Menditto, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli; Gian Maria Fara, presidente Eurispes; Emanuele D’Innella, presidente commissione Diritto Penale dell’Economia Odcec di Roma; Alessandro Parrotta, direttore del Master universitario eCampus in Sicurezza Nazionale – Direttore ISPEG; Andrea Palazzolo, professore di Diritto Societario e Direttore del corso di alta formazione in amministrazione giudiziaria di beni e aziende presso la Luiss Guido Carli; Rosario Gennaro, componente commissione Ungdcec Diritto Penale dell’Economia.

Redazione

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