Covid, Brusaferro: “casi aumentano, più colpiti fascia 10-39 anni”
“Molti Paesi stanno migrando da verde a giallo e rosso, anche l’Italia inizia ad avere un trend in crescita sui nuovi casi. La curva che li segnala è in risalita da settimane in quasi tutte le Regioni. Ad essere più colpite le fasce di età 10-19 e 20-39, con un’incidenza a sette giorni, calcolata a ieri sera, che si attesta a 41 casi per 100mila abitanti, con alcune Regioni che hanno superato la soglia di 50”. Lo dichiara Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità e portavoce del Cts, presentando i dati della cabina di regia sul monitoraggio dell’epidemia da Covid-19.
“L’Rt è in crescita, precisamente 1,29, con una proiezione alla prossima settimana che potrebbe arrivare a 1,55. Con questo Rt, comprensivo di casi sintomatici e asintomatici – spiega il portavoce del Cts – la proiezione sulle ospedalizzazioni crescerà ma stiamo monitorando per vedere le reali evoluzioni. L’età mediana alla diagnosi è a 25 anni, il primo ricovero è a 48 anni, a 59 per la terapia intensiva, rimane stabile l’età mediana per chi decede”. Da dove provengono i casi: “Importazione dall’estero o da altre Regioni – afferma Brusaferro – e questo inizia ad avere un certo peso. Per l’occupazione dei posti letto si è passati da 157 a 165 in intensiva, e c’è la possibilità che si saturino del 5% in una settimana le aree a maggiore circolazione del virus”, avverte. Dal punto di vista del sequenziamento, “il dato positivo è che siamo al 9% dei campioni sequenziati – spiega il presidente Iss – ma la variante delta sta progressivamente crescendo, al decrescere la variante alfa”.
Per quanto riguarda le vaccinazioni, Brusaferro ricorda che esiste “una quota ancora significativa della popolazione sopra i 60 anni che non ha fatto neanche la prima dose, mentre – ricorda – i dati confermano che il ciclo vaccinale completo protegge dall’infezione”. Per l’analisi del rischio e gli scenario Regione per Regione, Brusaferro afferma che ci sono diversi territori in “scenario 4, con Rt che è sopra 1,50, alcune Regioni sono in scenario 3 e altre in scenario 2, con un impegno dei servizi sanitari limitato che porta tutte le Regioni ad un livello di rischio più basso. Ma l’incidenza è raddoppiata – avvisa Brusaferro – e anche se l’impatto sui servizi sanitari è per ora limitato, coerentemente con ciò che avviene negli altri Paesi la variante delta diverrà dominante ed è quindi fondamentale completare il ciclo vaccinale e mantenere le misure di protezione, mascherina, distanziamento e lavaggio delle mani”. Se ci saranno più ospedalizzazioni nei territori con gli over 60 non vaccinati, Brusaferro risponde: “Ci auguriamo che non avvenga, ma certamente bisogna chiudere questo gap e nel contempo bisogna mantenere un minimo di attenzione. Questa è una sfida che dobbiamo vincere nelle prossime settimane”.
(Org/ Dire)