Marano. Una messa per celebrare il 39esimo anniversario della morte del carabiniere Salvatore Nuvoletta

Questa mattina, a Marano, nella chiesa di Maria Santissima della Cintura e della Consolazione, è stato celebrato il ricordo del giovane Carabiniere Salvatore Nuvoletta, ucciso il 2 Luglio di 39 anni fa in un agguato di camorra. Giocava con un bambino e quando si rese conto di essere nel mirino dei sicari, salvò il ragazzino facendogli da scudo, permettendogli di scappare.

Anche quest’ anno nessun picchetto d’onore e il silenzio fuori ordinanza dell’Arma, nessuna lettura della motivazione della Medaglia d’oro conferita alla giovane vittima al cimitero, all’esterno della cappella che custodisce le spoglie mortali del giovane carabiniere,come di consueto, per rispettare le misure cautelative  e preventive in seguito all’ emergenza da COVID, ma una cerimonia comunque solenne che si è tenuta alla presenza dei vertici  provinciali e regionali dei Carabinieri e del Prefetto Gerardina Basilicata, neo Commissario straordinario del comune di Marano. A ricordare  la giovane vittima anche il giornalista e scrittore  Raffaele Sardo e Ferdinando Bocchetti, giornalista de Il Mattino. Una messa in ricordo del giovane Nuvoletta è stata celebrata nella chiesa di Vallesana in Marano da don Tonino Palmese, vicario episcopale della Chiesa di Napoli per la giustizia e la carità e presidente della Fondazione Polis della Regione Campania per i familiari delle vittime innocenti della criminalità organizzata, insieme a don Giovanni Liccardo e don Salvatore Trionfo, alla presenza oltre che dei familiari della vittima, anche del generale di Brigata dei Carabinieri Canio Giuseppe La Gala, comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli, del maggiore Gabriele Lo Conte, comandante della locale Compagnia, di Libera e delle associazioni dei Carabinieri,intitolate a Salvatore Nuvoletta, di Marano, di Giugliano, di Mugnano, di Casalnuovo, di Cimitile con i loro Presidenti:  Rocco Goffredo,  Alessandro Chianese, Gaetano Caruso, Francesco Esposito, Giovanni Galeota Lanza, del coordinatore del Comitato Don Peppe Diana, Salvatore Cuoci,  di alcuni docenti non solo di Marano, ma anche di Casal di Principe e dei comuni limitrofi, di amici e conoscenti.

Giorni prima della sua morte, parlando con la madre, il Carabiniere Nuvoletta disse: “So di dover morire, me lo hanno detto ma non ho paura, io sono un Carabiniere!”.

Durante la sua toccante omelia, don Tonino Palmese  ha ricordato  a tutti il significato della festa ricorrente, quella di San Tommaso apostolo, sottolineandone l’importanza come esperienza di vita di Gesù, un’esperienza anche martiriale, non solo di testimonianza della fede, ma anche di testimonianza con la vita e per la vita. Don Palmese ha parlato della vicenda del santo che ci introduce a fare un passo avanti nell’ amicizia con Dio e cioè il riconoscimento delle prove. Nel suo discorso , don Tonino ha voluto sottolineare l’aspetto martiriale del ricordo di Salvatore Nuvoletta e di tante persone che come lui hanno sviluppato quel forte senso di responsabilità, che permette loro di poter dire da che parte stare. Forse, ha continuato don Palmese, a san Tommaso è mancato in quel momento, è mancata la domanda: ”Io da che parte sto”, prima ancora di chiedere al Signore di toccare il costato per verificare se quello davanti a lui fosse davvero Gesù risorto. Don Tonino Palmese ha spiegato che il senso della responsabilità è ciò che ci consente di poter cogliere il senso della fede e del ricordo di Nuvoletta. Rievocando il pensiero del grande psichiatra, neurologo e filosofo austriaco,  Victor Frankl, secondo il quale il popolo americano sarebbe diventato un grande popolo solo se avesse dato la possibilità alla statua della libertà di rispecchiarsi negli occhi della statua della responsabilità , don Palmese ha insistito sul fatto che la Libertà in sostanza significa tutto e niente,  e che a volte può degenerare e diventare una vera patologia, anziché un valore aggiunto. Egli ha continuato dicendo che, partendo da san Tommaso a Salvatore Nuvoletta, ciò che determina una vocazione, una vocazione alla vita sociale, all’ Arma dei Carabinieri, o come credente, è l’etica della responsabilità, cioè la capacità di dare alla libertà i contenuti per vivere bene insieme e non per vivere in maniera selvaggia insieme,che senz’altro ha caratterizzato la vita della giovane vittima. “ Se dovessi mettere metaforicamente una medaglia a Salvatore- ha riferito don Palmese -metterei proprio la medaglia della responsabilità”. Infine, egli ha ricordato il significato della Memoria, che ci dà la forza di vivere il ricordo di quella persona e di chiederci da che parte stare per agire di conseguenza. Oggi questo ricordo lo viviamo, ha detto don Tonino, per rispetto di Salvatore Nuvoletta e di tutti quelli che sono caduti per mano della criminalità organizzata, e anche di don Peppe Diana, in occasione del suo 63°compleanno , e di tutti coloro che avendo messo sul loro volto l’etica della responsabilità, oggi possono guardare Dio e camminare coi santi. Al termine della coinvolgente omelia, come di consueto, è stata letta la Preghiera del Carabiniere.

Al termine della celebrazione eucaristica, il Generale La Gala ha voluto ricordare Salvatore Nuvoletta, parlando di “memoria” a giovani e adulti: “Memoria è libertà di scegliere da quale parte stare, libertà è sinonimo di responsabilità! Una società senza memoria non ha futuro. – ha esordito il Comandante Provinciale di Napoli –. È nostro dovere ripercorrere il passato come spunto per il futuro; infatti, Memoria non è solo testimonianza, bensì volontà di cambiamento. Il ricordo serve per attivare una serie di iniziative ed evitare che possano risuccedere le tragedie del passato. Dobbiamo farlo con coscienza, con le nostre azioni quotidiane. Qui vedo alcuni insegnanti che hanno portato il ricordo del Carabiniere Salvatore Nuvoletta nelle scuole nell’ambito della promozione della legalità. E l’Arma dei Carabinieri sta investendo molto sui giovani, promuovendo la cultura della legalità nelle scuole. Lo abbiamo fatto anche ricorrendo alla Didattica a Distanza, con l’intento di piantare nelle nuove generazioni il seme della legalità, del giusto. Fare in modo che si prenda coscienza del proprio ruolo determinante nella società civile. Essere qui oggi per ricordare l’omicidio del carabiniere Salvatore Nuvoletta significa, come ha ricordato anche Don Tonino Palmese durante la sua Omelia, scegliere liberamente da quale parte stare. La libertà va pertanto associata alla responsabilità delle scelte di vita e non di fare ciò che si vuole senza rispetto delle regole. È questo ciò che cerchiamo di insegnare ai giovani ragazzi nelle scuole! Inoltre, libertà non significa chiudere la finestra di casa dopo aver assistito alla commissione di un reato pensando di essere liberi di non denunciare. Libertà invece significa sentirsi responsabili di ciò che si è visto per riferire subito alle forze di polizia e consentire l’individuazione degli autori di un reato. Libertà significa essere cittadini responsabili nel denunciare tutto ciò che non corrisponde al rispetto delle regole.”

Dopo la Santa Messa, è stata deposta una corona di alloro presso la tomba che custodisce le spoglie di Salvatore Nuvoletta. Adesso c’è grande attesa in occasione del 40° anniversario dell’ uccisione di Nuvoletta per il prossimo anno.

Prof.ssa Maria D’Angelo

Redazione

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