Sindaci, Lamorgese: “Solo il 15% le donne, numeri inspiegabili”

“Nelle prime elezioni del ’46 solo dieci donne solo furono elette sindaco. Pero’ se andiamo poi a confrontare i dati con quelli attuali non è che c’è stato un grande passo avanti perchè se andiamo a vedere” le donne sindaco “sono il 15 per cento del totale, eppure oggi le donne hanno un ruolo nella società ben diverso”. Lo dice la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, intervenendo alla presentazione al Senato del libro ‘Le sindache d’Italia. Un viaggio nella storia delle amministratrici italiane’, organizzato da Valeria Fedeli (Pd). “E’ quindi inspiegabile – aggiunge la ministra – un numero cosi’ limitato di sindaci, non mi spiego questa poca partecipazione da parte delle donne”.

Il caso del sindaco di Crema Stefania Bonaldi, che ha ricevuto un avviso di garanzia perché un bimbo si è schiacciato un dito all’asilo in una porta tagliafuoco, “è soltanto uno degli esempi, perchè purtroppo ce ne sono stati anche altri e questo necessita di una visione differente. Io so bene – osserva Lamorgese – che domani ci sarà un incontro di circa 600 sindaci che verranno a manifestare il loro disagio in un momento particolare in cui si chiede sempre di piu’ all’amministrazione comunale, che è il punto di snodo vero tra il territorio e la comunità. Oggi ci si rivolge al sindaco, non è che ci si rivolge all’amministrazione regionale o ad altre autorità. Il punto di contatto immediato per i cittadini è sicuramente il sindaco. Noi – continua la numero uno del Viminale – abbiamo messo a punto un provvedimento che è di revisione del Testo unico Enti locali e stiamo affrontando anche la questione della responsabilità contabile e della responsabilità penale, tenendo ben presente la distinzione, che si puo’ creare nei casi di rinvii a giudizio o di avvio dell’iter, laddove il sindaco emette un’ordinanza e noi in quell’ambito stiamo lavorando per inserire una qualche norma. Non parliamo sicuramente di ‘scudo penale’, perchè è un tema che andrebbe affrontato per tutte le categorie dei pubblici dipendenti, pero’ certamente va fatta una valutazione concreta per distinguere l’attività quando viene portata avanti dai sindaci perchè non puo’ essere responsabile un sindaco quando un bimbo mette la mano nella porta oppure se cade un cornicione. Insomma, questo non è ammissibile e da qui viene anche la difficoltà di trovare persone che vogliano partecipare alla vita pubblica” candidandosi alle elezioni come sindaco per timore “di dover affrontare chissà quali problemi giudiziari. Questo non è giusto – conclude Lamorgese – perchè la funzione pubblica è la funzione piu’ importante”.

(Mar/ Dire)

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Redazione

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