(VIDEO) Mafia, boss intercettato vietò corteo a bimba: “Falcone e Borsellino cosa inutile”
Per Maurizio Di Fede, uno dei 16 fermati nel blitz antimafia scattato nella notte a Palermo, il magistrato Giovanni Falcone, ucciso nella strage del 23 maggio 1992, era una “cosa inutile”. È il 15 maggio del 2019 e mancano pochi giorni dalle manifestazioni in ricordo dell’eccidio di Capaci: Di Fede, intercettato, perde le staffe davanti alla notizia che la figlia di un’amica parteciperà alle iniziative scolastiche in memoria del magistrato.
“Io mai gliel’ho mandato a mio figlio a queste cose… ma, ora dovrei vedere a mio figlio che… là con Falcone e Borsellino”, dice Di Fede all’interlocutrice che si difende: “È una cosa scolastica”. Di Fede ribatte: “Li devi infilare dentro i bambini, non fare queste vergogne”.
E ancora: “Con Falcone e Borsellino non ce le possiamo immischiare le carte”. E parlando del luogo in cui si sarebbero tenute le manifestazioni: “È a Magione (antico quartiere di Palermo, ndr), che là c’è, perché là sono nati e cresciuti, i cornuti là sono nati”. La discussione era iniziata con Di Fede che bollava l’interlocutrice come una “sbirra” leggendo un articolo di giornale: “‘Anniversario della strage di Capaci, oltre settantamila studenti pronti a invadere Palermo’”. E rivolgendosi alla donna: “Non ti permettere, neanche ti do confidenza più”.
(Sac/Dire)