(VIDEO) Tokyo2020, Pellegrini nella storia: in finale olimpica per la quinta volta nei 200 stile libero
Federica Pellegrini è in finale nei 200 stile ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020. E’ la sua quinta finale olimpica consecutiva nella stessa distanza dall’edizione di Atene 2004. Una impresa mai riuscita a nessun nuotatore. L’azzurra ha nuotato in 1’56″44 ed entra in finale con il settimo tempo.
PELLEGRINI IN LACRIME: “STRAFELICE, CENTRATO OBIETTIVO”
“Adesso sarà solo divertimento, sono veramente strafelice di essere lì, di fare il mio ultimo 200 stile. E’ tutto molto bello”. Sono lacrime di gioia per Federica Pellegrini, dopo aver centrato a Tokyo 2020 la quinta finale consecutiva nei 200 stile ai Giochi Olimpici.
“Era un obiettivo sicuramente più che mai difficile, il livello si è alzato molto, ci abbiamo provato fino alla fine- dice piangendo e ridendo insieme, ai microfoni della Rai- Ringrazio il mio staff meraviglioso che mi ha seguito come meglio non si poteva, ci abbiamo creduto fino alla fine, era questo l’obiettivo: non sono una che si racconta tante palle, è tutto l’anno che nuoto in 1’56”. Questo era il mio vero obiettivo, non quello minimo. Quanto c’è dentro i 200 stile? Venti anni di vita, più o meno, quindi tanto”.
“DOMANI REPARTO MEDAGLIE CHIUSO PER ME”
“Non sono una che si prende in giro, domani il reparto medaglie è chiuso. Il podio per me non è raggiungibile in questo momento. Con l’età ho imparato a pormi degli obiettivi fattibili, sempre più difficili per via dell’età, però senza sognare l’impossibile. Domani per me vince la Titmus, e andrà pure molto vicina al record del mondo. Quanto vicino? Io tifo sempre per quella riga rossa”, racconta la veneta in zona mista.
“PARIGI 2024? GRAZIE MA NO, DOMANI L’ULTIMA”
“Domani sarà l’ultima finale. Parigi 2024? Grazie ma no, il mio corpo mi sta chiedendo indietro i minuti con gli interessi. Sarà molto divertente, cercherò di godermela fino alla fine, forse sarà la prima finale olimpica davvero divertente per me“.
“Oggi sono andata da sola, sapevo che stando laterale dovevo farla così- racconta la veneta partita nella seconda semifinale dall’ottava corsia- Dovevo impostarla da sola con tutta l’esperienza che mi sono fatta in questi anni. Quando ho visto il quarto tempo della prima semifinale, 1’56’3, mi sono detta ‘vabbè dai’, ma era solo una sensazione basata su decimi di secondo. Però sono contenta, ho fatto una bella gara”. A differenza di ieri, dove “ho fatto proprio una brutta gara, una gara di merda possiamo dirlo, forse sottoritmo e l’ho pagata di più”.
I ringraziamenti d’obbligo sono per tutto il suo staff, dal coach Matteo Giunta al nutrizionista, “perché ci abbiamo creduto fino alla fine. E c’è anche la mia famiglia, che fa parte integrante dello staff integrante, compresi i cani”.
(EP/Dire)