167 Capodrise come la F1. La rabbia dei residenti: “Siamo disperati, nessuno ci aiuta. Ci scapperà il morto”
Tre, due, uno, si spengono i semafori. Pronti, partenza, viaaaa… Sarà il gran premio di Singapore? Macché. Molto più umilmente si tratta di quello di Capodrise, in provincia di Caserta. Che però da qualche tempo ha poco da invidiare al prestigioso torneo del paese asiatico. Il circuito è quello della cosiddetta zona 167. Il tratto più avvincente del percorso è invece quello che si snoda tra la via Napoli e la parallela via San Pasquale, appena pochi metri fuori dal tracciato principale. Le corse, ad alta velocità, vanno di scena h24, con picchi negli orari preserali e notturni e, non di rado, si protraggono fino alle prime luci dell’alba.
Gli sfidanti, quasi sempre gli stessi, possono contare su auto veloci, per lo più nuove 500 modello Abarth ma anche Audi e Mercedes, e soprattutto sulla certezza che mai nessun giudice di gara contesterà loro una benché minima infrazione. Già, perché di giudici non ce ne sono affatto. Gli spettatori hanno dal canto loro il privilegio di non pagare il biglietto per assistere allo spettacolo in quanto tutti residenti nell’area:le loro case sono le tribune d’onore. Che poi se scendono a bordo pista rischiano di essere messi sotto e accoppati, che sarà mai: vuoi mettere il lusso di poter assistere a costo zero alle maestrie guidatorie dei novelli Schumacher in salsa nostrana? Narrata così,con un approccio ironico,la triste piaga che attanaglia la 167 di Capodrise si rivela persino esilarante. Se non fosse che si tratta di un tema drammaticamente serio, che andrebbe affrontato con risoluta drasticità e che, al contrario, a quanto è dato constatare, sembra destinato ad essere colpevolmente sottovalutato chissà per quanto tempo ancora.
Di giorno e di notte, da un torno di tempo ormai non irrilevante,infatti, il quadrilatero della 167 è il circo preferito per le esibizioni di indomiti pirati della strada. I quali, sprezzanti di ogni norma del codice,scorrazzano a velocità supersonica con le loro vetture, a rischio e pericolo di chi abita, vive e lavora in zona. O magari vi si trovi solo di passaggio. I residenti sono esasperati e, dopo reiterate segnalazioni formali,verbali e telefoniche alle forze dell’ordine, e alla polizia municipale, sono quasi rassegnati a dover convivere con il terrore (e la certezza) che prima o poi accada il peggio.
“Nella vicina San Nicola la Strada- ci dice R.P. domiciliata in uno dei palazzi della zona- qualche mese fa una signora che sedeva fuori a un bar con la sua figlioletta è stata travolta e uccisa da una vettura modello 50 di cilindrata, guidata da un giovane sconsiderato. Si tratta -prosegue – della stessa tipologia di giovani che imperversano indisturbati nella 167: ho un brutto presentimento. Speriamo -conclude- che chi di dovere batta un colpo”.
“Mi chiedo se il sindaco Crescente, la sua Giunta e la Polizia Municiple si accorgano di quelle che succede-dichiara invece M.D.A., domiciliato in un altro palazzo della medesima area. Ormai – continua- abbiamo paura di uscire di casa,siamo stati costretti ad appendere le biciclette al chiodo perché usarle significherebbe accrescere il rischio di essere investiti.Sarebbe interessante – chiude – conoscere dal primo cittadino e dal comando di Polizia municiple, quante multe per eccesso di velocità sono state elevate nella zona della 167 negli ultimi 5 anni e quanti i posti di blocco ivi organizzati”.
Ancora più sarcastico è il giudizio di un altro cittadino del posto, P.C.: “Da queste parti i vigili li ho visti sporadicamente solo nei giorni di maggiore stretta delle misure anticovid, poi mai più,se non per qualche notifica, in oltre 7 anni che vi abito. Al contrario -tiene a precisare- li noto spesso nei pressi dei due cimiteri di Recale/Capodrise. Non sta a me disporre il servizio delle pattuglie, ed ho grande rispetto per chi indossa la divisa e svolge questo tipo di lavoro,ma se stanno sempre dalle parti del Camposanto e mai dove si fanno le corse tra auto in pieno centro abitato,mi lasci passare la battuta, evidentemente temono che qualche morto possa resuscitare, uscire dalle tomba, e trasformarsi in zombi:ecco spiegata la guardia al sepolcro”.
Per G.D., anch’esso proprietario di una abitazione insistente in area 167: “il problema è di una gravità inaudita e non affrontarlo con la giusta determinazione equivale ad essere complici con chi mette a repentaglio la vita di cittadini civili e rispettosi delle regole”.
Durissimo è invece M.D.,con domicilio in via Napoli: “Carabinieri e Polizia ci dicono che conoscono il problema, ma poi precisano che hanno poche volanti a disposizione e scarso personale in organico e, soprattutto,tanti servizi più delicati da assolvere in un territorio vasto e defficile”. Sarà senz’altro cosi e, a tutti gli agenti, vorrei manifestare la mia sincera solidarietà. Ma mi chiedo cosa ci sia di più delicato del rischio della perdita della vita:noi siamo esposti tutti i giorni. Perché non organizzare delle operazioni con auto civette? È infatti inutile arrivare con la macchina di servizio con tanto di stemmi e lampeggianti,perché questi malviventi che che con i loro atti di pirateria stradale attentano la vita degli altri,se ne accorgono,si passano la voce via telefono, e si mettono nelle condizioni di non poter essere sanzionati”.
“Io abito qui in zona da 17 anni – ci dice invece M.M. -, mi ero affezionato al posto ma ora sto pianificando di andare via perché ho troppa paura, soprattutto per i miei figli.Mi chiedo tuttavia come sia possibile che non si assumano iniziative perentorie. Tutte le sere assistiamo alle scorrerie di sconsiderati alla guida di 500 Abarth:c’è quella verde pisello, quella rossa, quella nera, quella gialla.Poi c’è l’audi scura e il mercedes grigio metallizzato e poi ci sono le Smart .Mi chiedo:ma quante ce ne saranno di queste auto tra Capodrise e Marcianise degli stessi colori? È così difficile organizzare un controllo con l’ausilio dei terminali degli archivi telematici della polizia? Oggi l’intelligence ha fatto passi da gigante. Mi auguro che Polizia e Carabinieri facciano uno screening rapido per risalire ai proprietari di queste vetture e andarli a prendere fin dentro casa. Ci vogliono sanzioni pesantissime! Prima o poi ci scapperà il morto.”
Infine, lo sconcerto e l’interrogativo malizioso di G.F.: “Solo la via Napoli è sprovvista di dossi artificiali, strumenti che hanno una buona funzione dissuasiva.Qualcuno dovrebbe spiegarci le ragioni di tale scelta. È chiaro che se via Napoli e via San Pasquale sono le uniche strade larghe e prive di dissuasori della zona,chi vuole cimentarsi in performance da guida spericolata, corra lì. Ci sarebbe poi da capire ragiona ancora il cittadino- perché non si procede all’installazione di un efficace impianto di videosorveglianza.Oggi questi tipi di impianti non hanno più i costi proibitivi di una volta:il comune potrebbe agevolmente permetterselo.La verità è che io colgo molto lassismo. Il sindaco di Capodrise faccia come il suo collega di Marcianise ,Antonello Velardi, il quale si armò di ombrellone e telefono per appostare i tir responsabili dello smaltimento di rifiuti maleodoranti.La fascia tricolore capodrisana si metta con un gazebo a via Napoli, anche la notte. Ripassi il concetto di “tolleranza zero” elaborato dal sindaco di New York Rudolf Giuliani, offra ai cittadini onesti la presenza tangibile dello Stato! Possiamo mai stare tutti,cittadini,amministrazione e forze dell’ordine,sotto scacco di un manipolo di delinquenti in erba a cui andrebbero sequestrate le auto e sospese se non revocate le patenti? Il punto è che qui di Crescente… ci sono solo il degrado e il terrore di essere investiti.Ci stiamo attivando per far presentare una interrogazione parlamentare al ministro dell’interno. Anche la prefettura di Caserta farebbe bene a manifestare un segnale di esistenza in vita”.
Dunque, una situazione esplosiva dove la paura funge da comune denominatore dei residenti. L’augurio è che le istituzioni possano prendere in carico i loro appelli e pianificare interventi immediati, efficaci, draconiani. Prima che sia per davvero troppo tardi. Prima che qualche innocente paghi, col prezzo della vita, colpe che non ha. Proprio come è accaduto alla giovane madre di San Nicola la Strada.