Afghanistan. Talebani: “entrati a Kabul per colpa del governo di Ghani”

Le milizie dei talebani non avevano previsto di entrare a Kabul, così da “garantire una transizione dolce”, ma lo hanno “dovuto fare per evitare che gruppi criminali approfittassero della situazione, a fronte della totale incompetenza del governo” dell’ormai ex presidente Ashraf Ghani. A fornire questa ricostruzione della scorsa domenica, giornata in cui la capitale dell’Afghanistan è caduta nelle mani dei talebani, è stato il portavoce delle stesse milizie, Zabihullah Mujahid. L’occasione è stata una conferenza stampa organizzata oggi a Kabul.

Si è trattato della prima uscita ufficiale con la stampa del gruppo di ispirazione islamista che ha proclamato ieri un “Emirato islamico” nel Paese asiatico. Mujahid ha ribadito più volte che i talebani “hanno perdonato tutti coloro che li hanno combattuti in passato” e che il loro obiettivo è di “vivere in pace e mettere fine alle animosità”. La conferenza stampa è stata aperta da una recitazione di un passaggio del Corano, il testo sacro dell’Islam, eseguita per “celebrare la vittoria” e il “raggiungimento dell’indipendenza dopo una lotta durata 20 anni” contro il contingente della missione Nato, come spiegato da Mujahid. Il dirigente talebano ha poi aggiunto che “aspirare all’indipendenza è un legittimo obiettivo di ogni popolo”.

“Nell’Afghanistan governato dalle milizie dei talebani i media indipendenti potranno continuare a operare a patto che rispettino i valori islamici e li tengano in conto al momento di fare informazione nel Paese – dice il portavoce delle milizie, Zabihullah Mujahid che parlando dalla capitale Kabul, ha poi chiesto ai media di “non lavorare contro l’unità della nazione afghana e di essere imparziali”, e ha sottolineato che questi “potranno criticare l’operato” dell’Emirato Islamico proclamato dai talebani, perchè le osservazioni critiche possono aiutare a migliorare”.

Le milizie dei talebani “si impegneranno a rispettare i diritti delle donne, nel contesto normativo stabilito dalla sharia”, ovvero della legge islamica – sottolinea il portavoce delle milizie, Zabihullah Mujahid, nel corso della prima conferenza stampa -. Le donne potranno “lavorare spalla a spalla con gli uomini”, ha detto Mujahid, che parlava dalla capitale Kabul, oltre che “gestire attività” e “operare nei settori della salute e dell’istruzione”, sempre rispettando la legge islamica. La comunità internazionale e numerose ong hanno sollevato timori sulla possibilità che i talebani tornino a imporre leggi molto restrittive nei confronti delle donne, come fecero nel periodo in cui governarono il Paese tra il 1996 e il 2001.

(Bri/ Dire)

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