Green pass, Caveri ribadisce: “no vax si paghino i tamponi”

“Leggo di un’insegnante in piazza Chanoux, nella periodica protesta dei no vax valdostani, che avrebbe usato il termine ‘dittatura sanitaria’ per l’obbligo del ‘green pass’ e per il fatto che debba pagarsi i tamponi per andare a scuola, rifiutando il vaccino. Mi stupisco che si stupisca: se decidi di essere antivaccinista, perché mai e non nome di che cosa non dovresti, in cambio della tua scelta antisociale, pagare un prezzo?”. Lo scrive Luciano Caveri, assessore all’Istruzione della Regione Valle d’Aosta, sul suo blog.

Caveri aveva già espresso la sua posizione, attaccando i sindacati locali. Per Caveri sarebbe “troppo comodo fare i duri e puri per ottenere una via di uscita per non vaccinarsi a spese del pubblico. Io seguo, per convinzione, la logica vaccinista indicata anche autorevolmente dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e da papa Francesco. Giusto per citare due personalità che hanno preso partito nel dibattito non inseguendo le posizioni silenti e furbesche di chi nulla dice per compiacere gli uni e gli altri con spregevole posizione cerchiobottista. Io non sono fra quelli e prendo posizione, perché su certi temi bisogna essere chiari e non si possono tenere i piedi in due scarpe. Invito anche i valdostani a diffidare sia di chi grida troppo ma anche di chi tace. Sullo sfondo intravvedo l’obbligo vaccinale, laddove necessario”, conclude l’assessore.

(Mal/ Dire)

Redazione

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