Queste industrie sono state le ultime a riaprire, sono tornate alla normalità?

Con il nuovo Green Pass, la possibilità di tornare alla vita normale è allettante e una prospettiva reale. Non è più solo un sogno o un’utopia. È davvero possibile tornare alla vita normale, d’ora in poi. Infatti, tutte le industrie hanno riaperto. Magari con restrizioni come il distanziamento sociale o il certificato per mangiare al chiuso, però tutti i settori sono ripartiti.

Ovviamente c’è chi è partito prima e chi dopo. Ci sono state industrie che il governo italiano ha reputato essenziali, mentre altre non sono state la priorità. Molte di queste ultime hanno risentito dell’effetto pandemia, anche perchè non tutti i settori hanno avuto l’opportunità di spostarsi online.

Uno su tutti, le piscine. Questi luoghi di sport e svago hanno aperto brevemente nell’estate 2020. Con l’ondata autunnale, però, sono stati tra i primi a richiudere. Le associazioni sportive hanno sofferto in generale. Infatti, si stima che ci sia stata una perdita di 8,5 miliardi di euro nel 2020, cioè il 70% del fatturato totale. In più, sono stati a rischio i posti di lavoro di oltre un miliardo di italiani. Anche la stima per la primavera 2021 non era rosea, con una perdita del 50%.

La prima riapertura delle piscine era prevista per il 15 maggio con regole per l’ingresso che includevano i 10 metri quadrati di distanza fra gli utenti, anche all’aperto. Per alcuni gestori di piscine comunali dell’Emilia Romagna, questo era troppo, tanto che hanno scritto un documento al governo, con 65 firmatari.

“Altrimenti non avremo alternative e saremo costretti a restituire gli impianti ed esigere la restituzione. Così, invece di discutere di riapertura, nel nostro caso si discuterà di chiusure definitive e di impianti natatori pubblici destinati a diventare cattedrali nel deserto,” hanno scritto i firmatari. Con il 6 agosto, sia per le piscine che per le palestra è richiesto il Green Pass. Di nuovo, i gestori di queste strutture non sono entusiasti.

“Impianti come questi non stanno in piedi senza un’adeguata affluenza. E quella consentita dagli attuali protocolli non lo è,” ha detto Luca Albonico, presidente Federazione italiana nuoto di Piemonte e Valle d’Aosta. Insomma, come sarà il 2021 per piscine e palestra resta da vedere.

Lo stesso discorso vale per l’industria delle sale da gioco e scommesse, come i casinò. Queste strutture hanno avuto lo stesso andamento delle associazioni sportive, aperte per qualche mese e poi chiuse. Anche i casinò hanno riaperto con l’inizio dell’estate, ma hanno risentito della pandemia. Soprattutto perchè, durante i vari lockdown, i giocatori si sono spostati online. Infatti, l’industria del gioco digitale è diventata popolare, subendo una crescita esponenziale.

Il casinò di Venezia ha riaperto il 7 giugno, dopo 224 giorni di chiusura. Dopo le perdite di incassi del 2020, sembra che le strutture fisiche stiano ritornando ai giorni di gloria. Questo, a discapito dell’industria online.

“Con la riapertura dei casinò fisici, la realità online ne risente,” dice Roberto Mancini, l’editor del sito di slot machine slotmachinegratis.com, “è inevitabile che i giocatori preferiscono tornare a divertirsi in persona, invece che attraverso uno schermo.”

La prova viene direttamente dal Casinò di Sanremo. Lo conferma Adriano Battistotti, presidente del Cda, “in questo mese dopo l’apertura, possiamo tracciare un mini bilancio. Guardando la media giornaliera di quest’anno siamo leggermente sopra a quella pre Covid. Vedremo se questo entusiasmo proseguirà per tutta l’estate, noi vediamo a questi con ottimismo”. Battistotti riceve con ottimismo anche il Green Pass, per salvaguardare la sicurezza degli utenti. Tutto, pur di non tornare a chiudere.

Sembrano essere d’accordo i gestori dei parchi tematici, un’altra industria colpita dalla pandemia -e tra le ultime a riaprire. Tanto che i lavoratori avevano organizzato una protesta a maggio 2021 per la possibile riapertura del 1 luglio. Troppo tardi, secondo il settore. Nel 2019, l’industria aveva generato due miliardi di euro. Nel 2020, i ricavi sono diminuiti dell’80% e sono stati perso 10.000 posti di lavoro stagionali.

Chiusi per 14 mesi, i parchi divertimento hanno subito l’impatto della pandemia. Ora, con la regola del Green Pass, i numeri di visitatori e di incassi sono incerti. Certo è che nel primo weekend del Green Pass, c’è stato un 50% in meno di prenotazioni. Secondo esperti del settore, troppi giovani non sono ancora vaccinati.

Insomma, sarà un 2021 incerto per queste industrie. L’unica certezza è che non sarà possibile riparare alle perdite del 2020. Non stavolta.

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Redazione

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