Scuola, Binetti: “rispettare lavoro docenti, no compiti che spettano a altri”

“L’inizio di settembre è ormai alle porte e sorprende la quantità di cose non ancora chiare che riguardano la prossima riapertura delle scuole. Domani potrebbe essere il primo giorno di lavoro per i docenti e nell’arco di due settimane, il prossimo 13 settembre, dovrebbe toccare a tutti gli studenti. Milioni di persone, dalle più piccole alle più grandi, a cui vanno aggiunti tutti i genitori, il personale tecnico, i servizi di mensa e trasporti. Un’autentica piccola rivoluzione che, come tutti gli anni, è destinata a cambiare la vita del Paese. Una rivoluzione attesa, ma come sempre tutt’altro che ben gestita, anche per l’estrema complessità che ogni volta, sia pure per ragioni diverse, ne caratterizza lo sviluppo”. Lo afferma la senatrice Paola Binetti, Udc.

“Negli ultimi anni la pandemia ha obbligato, non solo i docenti, ad improvvisare soluzioni; a tamponare emergenze con il risultato di un vero e proprio flop sul piano specifico dell’apprendimento, come hanno confermato i risultati Invalsi. Ora per i docenti si tratta di programmare e pianificare il lavoro dell’intero anno scolastico, dopo due anni di oggettivo stop and go. E tra i tanti obiettivi da perseguire, non si può dimenticare che obiettivo primario della scuola è istruire, trasmettere conoscenze specifiche, che permettano a loro volta di acquisirne di nuove – sottolinea la senatrice -. La formazione che la scuola è tenuta a dare investe aspetti diversi, non solo di ordine cognitivo, ma proprio questi ultimi negli anni si sono moltiplicati rivelando nuovi itinerari e nuovi spazi di apprendimento. Ma l’anno scolastico che sta per iniziare richiede una programmazione rigorosa che sappia selezionare ciò che davvero serve ai ragazzi per costruire il loro futuro. Non ci sono formule pre-costituite, ma c’è un bisogno assoluto di un rapporto iter personale che sappia dare ad ognuno ciò di cui ha più bisogno. Per questo ai docenti chiediamo di concentrarsi su ogni singolo studente e di tracciare per lui un progetto su misura. E’ il modo migliore per andare oltre l’anonimato della DAD e per compensare le lacune chi si sono andate via via accumulando.”

“Ci sono provvedimenti per la riapertura delle scuole in presenza e in sicurezza che spettano al Governo, altri che spettano alle Regioni, altri ancora agli Enti Locali. Non scarichiamoli sui docenti e non distraiamoli dal loro compito primario: insegnare. Non possono permettersi il lusso di distrarsi dalla ragione prima e principale del loro essere a scuola. Che siano i dirigenti scolastici, in vista della riapertura delle scuole il prossimo 13 settembre, a cercare di risolvere la preoccupazione delle famiglie sulle condizioni di sicurezza in cui l’apertura avverrà; non tocca ai docenti che hanno altri compiti irrinunciabili e indelegabili. Non tocca a loro preoccuparsi del trasporto scolastico, che è comunque un problema fondamentale. Ancora una volta: difendiamo il lavoro dei docenti! La loro responsabilità principale è affrontare il prossimo anno scolastico da docenti, che debbono farsi carico di un pregresso, decisamente scadente, e debbono porre le basi di un futuro che si avvicina a grandi passi e pone obiettivi di alto profilo proprio sul piano culturale, a cominciare da una formazione scientifica molto più solida, capace di affrontare le sfide poste dalle competenze STEM, che appaiono ancora troppo fragili in tutto il Paese. Solo così si dimostrerà la volontà di far crescere la cultura, anche quella della sicurezza e la consapevolezza delle reciproche responsabilità civiche, oltre che istituzionali. La battaglia contro il negazionismo dei No-Vax comincia a scuola con una ben più solida cultura scientifica”, ha concluso Binetti.

(Com/Uct/ Dire)

Redazione

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