(VIDEO) Afghanistan. SITIP: “per bambini profughi attenzione a poliomielite”
“Una precauzione che sicuramente va presa nei confronti dei bambini afghani (che stanno arrivando in questi giorni in Italia, ndr) riguarda la vaccinazione contro la poliomielite. L’Afghanistan infatti, insieme al Pakistan, è l’unico Paese al mondo nel quale permangono focolai endemici di poliomielite e dove la vaccinazione non è ancora al 100%, motivo per cui la malattia non si può considerare debellata. Bisognerà accertarsi che questi bambini siano vaccinati e nel caso non lo siano proteggerli per evitare che qui in Europa, ormai “polio-free” da decenni, circoli di nuovo il virus”. La raccomandazione viene da Guido Castelli Gattinara, presidente della Società italiana di infettivologia pediatrica (Sitip) e direttore del Centro vaccinazioni dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma.
In generale, spiega Gattinara riguardo alla gestione sanitaria dei bambini afghani che arrivano nel nostro Paese, è necessario garantire la vaccinazione contro il Covid-19 a tutti, perché “non c’è alcun motivo per cui un bambino che proviene dall’Afghanistan sia meno protetto dei bambini italiani”. Secondo i protocolli di accoglienza, inoltre, “su questi bambini verranno fatti accertamenti per verificare quali vaccinazioni abbiano ricevuto e saranno effettuate quelle che mancano”. Riguardo al vaccino contro il Covid-19 e allo stato della sperimentazione per le fasce di età al di sotto dei 12 anni, il presidente Sitip annuncia che “i trials clinici americani si concluderanno entro la fine del 2021, come sostenuto anche da Anthony Fauci. Terminati i trials, i risultati verranno presentati alle grandi agenzie regolatorie del farmaco (FDA ed EMA) perché li valutino, li verifichino e procedano poi a dare l’autorizzazione all’utilizzo del vaccino anche per i bambini con meno di 12 anni. Noi pediatri italiani, ma non solo- sottolinea Gattinara- ci raccomandiamo a queste agenzie internazionali perché effettuino i loro accertamenti nel più breve tempo possibile, per dare anche ai più piccoli la possibilità di essere protetti”. La protezione dei bambini al di sotto dei 12 anni è un aspetto cruciale, tiene a ricordare l’infettivologo. “Seppure si dice che il virus Covid-19 provoca una malattia meno grave nei bambini, con meno ricoveri in terapia intensiva e meno decessi, non è che sia innocuo per i più piccoli e non ci siano condizioni molto gravi, come la sindrome infiammatoria multisistemica, correlata al Covid-19 che può portare miocarditi, insufficienze d’organo particolarmente importanti. Queste condizioni- chiarisce lo specialista- richiedono il ricovero in terapia intensiva di questi bambini, alcuni dei quali si salvano, altri no. Ma noi non possiamo tollerare che qualcuno non si salvi. Se abbiamo un vaccino, che sappiamo essere efficace e sicuro- conclude- dobbiamo farlo a tutti”.
(Arc/ Dire)