(VIDEO) Capriolo incastrato tra le sbarre di un cancello: salvato dalla Forestale

A seguito di richiesta di intervento pervenuta dalla Centrale Operativa Carabinieri di Capua, militari della Stazione Carabinieri Forestale di Caserta si sono portati in agro del comune di Capua (CE) alla via Galatina, e più precisamente all’interno dell’area ove è ubicata la struttura della diga Enel sul Fiume Volturno.

Quando i predetti militari sono giunti sul posto hanno trovato il povero animale selvatico, ormai stremato e ferito, appartenente alla specie capriolo (nome scientifico: Capreulus capreolus), un cucciolo di sesso maschile, rimasto incastrato tra le sbarre in ferro di un cancello posto nell’area ove è ubicata la diga Enel sul Fiume Volturno. In prossimità della strada ove è ubicato il predetto cancello, è presente una vasta area boscata (Bosco San Vito), ricadente nelle aree della Rete Natura 2000, identificata quale Sito di Interesse Comunitario “Monte Tifata” (S.I.C. – codice IT8010016), nonché Zona Speciale di Conservazione (ZPS) ai sensi della Direttiva 92/43/CEE. Proprio le restrittive norme ambientali introdotte, volte alla conservazione degli habitat, hanno permesso alla specie capriolo di ripopolare il rilievo collinare del Monte Tifata.

Con molta probabilità, il giovane animale selvatico, a causa della mancanza di acqua, dovuta alla prolungata siccità, approfittando dell’oscurità della notte, aveva lasciato l’area boscata, al fine di raggiungere le vicine sponde del fiume Volturno, per abbeverarsi. Lungo il suo tragitto, l’animale selvatico, è rimasto incastrato all’interno delle sbarre in ferro del predetto cancello, subendo escoriazioni nella parte posteriore del corpo, dovute agli inutili tentativi del cucciolo, di liberarsi dalla soffocante stretta per liberarsi. In via precauzionale i militari procedevano a richiedere un intervento urgente al servizio veterinario dell’A.S.L. di Capua che, raggiungeva il posto munito di idoneo mezzo per il trasporto dell’animale ferito. Mentre i militari provvedevano ad abbeverare con acqua fresca il cucciolo ferito e stremato, mantenendolo calmo, i medici veterinari procedevano ad anestetizzare il piccolo capriolo, al fine di facilitarne la liberazione.

Il personale della diga, con l’uso di idonee attrezzature (smerigliatrice elettrica), procedeva al taglio della sbarra in ferro che intrappolava l’animale all’interno del cancello e subito dopo i militari, congiuntamente ai medici veterinari, liberavano il piccolo capriolo.

I medici veterinari dell’A.S.L. immediatamente procedevano a prestare le prime cure al malcapitato animale che, successivamente veniva trasportato e consegnato, ai medici veterinari del C.R.I.U.V. (centro di riferimento regionale per l’igiene urbana veterinaria di Napoli), per le ulteriori cure del caso. Dopo che avrà ricevuto le giuste cure e trascorso il periodo di riabilitazione, il cucciolo di capriolo tornerà libero e sarà nuovamente liberato in natura, proprio all’interno dell’area boscata di provenienza denominata “Bosco San Vito”, ubicata sul versante collinare del Monte Tifata.

I militari appartenenti alle Stazioni Carabinieri Forestale di Sessa Aurunca ed al Gruppo Carabinieri Forestale di Caserta, unitamente a personale dell’A.S.L. Settore Randagismo di Caserta, alla locale Polizia Municipale del Comune di Sessa Aurunca, al Responsabile dell’Ufficio Ambiente, nonché dei Servizi Sociali del medesimo Ente Comunale, hanno eseguito un controllo, in comune di Sessa Aurunca (CE), alla località “Torretta”, Frazione “casamare”, presso un immobile di proprietà privata, finalizzato sul rispetto della normativa ambientale e sanitaria derivante dalla detenzione di animali da compagnia. Durante l’accertamento veniva riscontrata la presenza di n. 34 cani meticci, di varia stazza, età e sesso, tutti senza microchip, che versavano in condizioni incompatibili con la loro natura date le precarie condizioni igienico-sanitarie dell’immobile in cui erano trattenuti, nonché afflitti da grave forme di parassitosi e alopecia cutanea.

Il personale veterinario prontamente provvedeva ad apporre i previsti microchip ai cani che venivano posti sotto sequestro e trasferiti presso il canile convenzionato “Santa Lucia” sito nel comune di Cellole (CE), dove saranno custoditi e sottoposti alle cure veterinarie del caso. Per i fatti sopra citati sono stati ravvisate condotte penalmente rilevanti, a carico della proprietaria dell’immobile in cui erano detenuti i cani, essendosi ravvisata l’integrazione dei reati di cui di cui agli articoli 727 del codice penale (detenzione di animali in pessime condizioni igienico-sanitarie nonché incompatibili con la loro natura) e 544ter del c.p. (maltrattamento animale).

L’area veniva, altresì, posta sotto sequestro da parte dei Vigili Urbani del Comune di Sessa Aurunca e la proprietaria, a seguito dell’intervento di un’ambulanza del 118, veniva trasferita presso l’Ospedale di Sessa Aurunca per verificare le condizioni di salute della stessa. Per la detenzione di cani privi di regolare iscrizione all’anagrafe canina regionale, risultando integrata anche la violazione amministrativa prevista dalla normativa regionale sarà notifica al trasgressore una sanzione amministrativa per un ammontare complessivo di 6900 €.

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Redazione

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