Ridotta in stato semi-vegetativo, arrestato il compagno casertano: “Ha inventato tentativo rapina per dissimulare aggressione
Alle prime luci dell’alba di oggi, 21 settembre 2021, la Polizia di Stato ha dato esecuzione a un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Napoli, su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica, Sezione Fasce deboli, nei confronti di I. A., oggi quarantunenne ed originario del casertano.
Il provvedimento è stato emesso all’esito di indagini che, sviluppate congiuntamente dalle Squadre Mobili di Caserta e di Varese, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti di I. A. in ordine al delitto di lesioni gravissime, commesse nel territorio napoletano nel luglio del 2017, in danno della sua allora compagna settantacinquenne; la Procura contesta il tentato omicidio.
In particolare, nel mese di agosto di quell’anno, la donna veniva ricoverata presso un ospedale umbro poiché, nel mentre era in viaggio verso Varese, di ritorno da un soggiorno in Campania con I. A., era stata colta da convulsioni. Per come raccontato ai medici dal compagno convivente, la donna che presentava anche una serie di ecchimosi al volto, alcuni giorni prima era rimasta vittima di una aggressione a scopo di rapina nella città di Napoli; nonostante le immediate cure mediche prestate alla malcapitata, questa riportava lesioni interne estremamente gravi, che ne determinavano la caduta in uno stato semi-vegetativo (nel quale versa tutt’ora) a causa delle quali la stessa non ha più potuto parlare, né dunque descrivere quanto le era capitato.
Le indagini sviluppate in ordine all’evento, forti delle informazioni fornite da familiari e conoscenti della donna nonché degli esiti di numerose attività tecniche, hanno portato a sconfessare quanto dichiarato dallo IODICE, finendo invece col concludere che, in realtà, la donna era rimasta vittima di una pesante aggressione da parte del giovane compagno, esplosa probabilmente all’esito di una lite.
Dalle numerose fonti raccolte, infatti, emergeva il ritratto di I. A. che tendeva a stingere rapporti con donne molto più grandi di lui e particolarmente facoltose, verso le quali, tuttavia, manifestava forte gelosia, talvolta violenta; emergeva altresì che la malcapitata, che l’uomo teneva in uno stato di continua soggezione, era sovente oggetto di richieste di denaro da parte dell’uomo.
Rintracciato presso il suo attuale domicilio nel comasco, I. A. è stato tratto in arresto e associato presso la casa circondariale competente, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.