Cannabis, Della Vedova: “se legalizzata ci sarebbe più sicurezza”

“Nessuno di noi pensa che si debba promuovere l’uso della cannabis, ma tutti noi antiproibizionisti pensiamo che se in una città come Bologna la cannabis fosse legalizzata sarebbe meglio: avremmo più sicurezza per chi la usa, non spingeremmo migliaia di ragazzi a venire a contatto tutti i giorni con la criminalità e con i pusher e avremmo anche soldi a disposizione dello Stato, della Pubblica amministrazione e dei Comuni”. Parlando alla ‘Dire’ a margine di una conferenza stampa a Bologna, il segretario nazionale di +Europa, Benedetto Della Vedova, ribadisce la propria convinzione che la legalizzazione della cannabis avrebbe numerosi effetti positivi: “Ovviamente- dice- nessuno ha la bacchetta magica, ma sarebbe un pezzetto di soluzione di un problema”.

A sostegno delle sue affermazioni, Della Vedova, commentando anche le parole del procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato- che nel bilancio sociale della Procura ha invocato “una forte risposta culturale e soprattutto una risposta sociale” per ridurre la domanda di stupefacenti- ricorda che “ci sono stati negli ultimi anni alti magistrati della Procura Antimafia e Antiterrorismo che si sono espressi positivamente, perfino loro, sull’obiettivo della legalizzazione della cannabis”.

Da parte sua, il leader di +Europa si dice convinto che “si possa spingere a un consumo consapevole, disincentivando l’abuso e anche l’uso delle sostanze, regolamentando in modo civile e legale la produzione, il commercio e il consumo di una sostanza come la cannabis che, ci piaccia o no, è diffusa e ‘di massa’”.

Insomma, puntualizza Della Vedova, sarebbe opportuno fare per la cannabis “quello che si è fatto con il tabacco e con l’alcol, creando una cultura che disincentivi l’uso”. Nel corso della conferenza stampa, il segretario di +Europa fa un accenno anche alla raccolta firme per il referendum sulla cannabis, rilevando che “i dati mostrano che c’è stata una straordinaria mobilitazione, specialmente tra gli under 25 e nel Nord Italia”. Questo, chiosa, dimostra che su alcune battaglie “si possono coinvolgere, con gli strumenti giusti, centinaia di migliaia di persone e tantissimi giovani, che hanno voglia di misurarsi con degli obiettivi specifici”.

(Ama/ Dire)

Redazione

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