Colpi di pistola contro ‘Casa Don Diana’ a Casal di Principe

Ancora spari a Casal di Principe. Ieri sera, colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro “Casa Don Diana”, bene confiscato alla camorra e restituito alle cittadine e ai cittadini casalesi grazie all’impegno quotidiana delle donne e degli uomini del Comitato don Peppe Diana.

“I colpi contro Casa don Diana non serviranno certamente a fermare il nostro instancabile impegno e di tutta la rete di associazioni e cooperative sociali che ruota intorno al Bene Liberato dalla camorra intitolato al sacerdote assassinato nella sua chiesa il 19 marzo 1994. Siamo sicuri, però, che chi ha voluto e organizzato un’azione così eclatante questo lo sappia bene. E allora chiedersi il perché di questo attacco, proprio adesso e proprio a Casa don Diana, diventa un obbligo per chiunque abbia a cuore le sorti di questo territorio, attraversato negli ultimi anni da un fortissimo anelito di liberazione dall’endemico dominio della camorra che ha portato a smantellare le strutture armate dei clan riducendone ai minimi termini la capacità di incidere e condizionare la vita, l’economia, la crescita – affermano in una nota – Comitato don Diana e Coordinamento Provinciale Libera Caserta -. Casal di Principe vive un momento assai delicato, a ridosso di un crinale fra una conquista definitiva di una libertà per tanti anni compressa, con un ancoraggio solido nella legalità e nel rispetto dei diritti e dei doveri da parte di tutti, ed un ritorno al passato, di cui alcuni segni già si intravedono. Il passato non ritorna mai uguale a se stesso e sappiamo bene che non ci saranno più i capi clan di ieri a dominare armi in pugno ma ciò non toglie che tentativi di riorganizzazione anche pulviscolare dei camorristi sono in corso e che sono tante le nuove leve pronte a scendere in campo. Forse quei colpi a Casa don Diana sono in realtà un messaggio intimidatorio rivolto a coloro che non sono ancora convinti della fine del dominio della camorra. Un tentativo di raccogliere consensi, di impaurire e obbligare al silenzio rispetto ai tentativi di ritorno dei clan, a partire dalle estorsioni verso le attività imprenditoriali. È innegabile il calo di attenzione verso la lotta alla camorra, in particolare nel nostro territorio ma in generale in Italia dove il tema delle mafie è stato surclassato da nuove e diverse emergenze. Le disattenzioni al pari delle divisioni, non possono che favorire il ritorno dei clan che non saranno mai definitivamente sconfitti solo per via militare e giudiziaria. I cittadini devono ancora compiere fino in fondo la scelta netta della libertà e della legalità, del rifiuto della camorra senza se e senza ma. Perché questo avvenga davvero, la legalità deve essere sempre coniugata con la difesa dei più deboli, esposti al richiamo incessante del malaffare e deve saldarsi in maniera fortissima con la giustizia. Sono anni che chiediamo di non abbassare la guardia, spingendo le Istituzioni, la Politica e i Media a non distrarsi mentre la società civile continua a lottare senza sosta. È tempo di tornare a riflettere, recuperando lo spazio della fiducia e rialzando il livello di attenzione”.

Per il dimissionario sindaco Natale, “L’episodio, che immediatamente qualcuna definisce ‘una ragazzata’, è di estrema gravità. Casa don Diana è simbolo dei processi di riscatto di questa Città; prima la mostra degli Uffizi, a dare il segno della rinascita, e poi le centinaia di iniziative per la legalità, ma anche per la cultura, per i giovani ecc. ecc. Quel luogo è oramai punto stabile di riferimento di decine di Organizzazioni sociali . Certo può essere stato il gesto di qualche ragazzo desideroso di fare solo un pò di danno, ma questo non sminuisce la gravità del gesto. Sul posto c’erano già i carabinieri a svolgere le loro indagini e sono sicuro che la loro professionalità porterà in tempi rapidi a risultati e sapremo chi è l’autore dello gesto. Intanto però facciamo sentire agli amici del Comitato don Diana la nostra vicinanza e l’invito a continuare tranquillamente la loro azione”.

“La notizia dei colpi di pistola a gas contro la casa di Don Peppe Diana a Casal di Principe, proprio oggi nel giorno dell’anniversario della morte del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ci fa riflettere su quanto ancora ci sia da fare per estirpare il seme della criminalità organizzata nella nostra terra.  Siamo certi che il comitato Don Peppe Diana non si lascerà intimidire e continuerà a lottare, ispirato dalle lotte e dal sacrificio del parroco ucciso dalla camorra. Noi vogliamo tutelare e valorizzare tutte quelle realtà che rappresentano presidi di legalità sul territorio e riaffermare la presenza dello Stato per le strade della nostra città”. Lo dichiara Catello Maresca, candidato sindaco del centrodestra a Napoli.

“In questa casa, la paura non è di casa. Colpi d’arma da fuoco contro Casa Don Diana, a Casal di Principe. Non avevamo dubbi che i quattro colpi di pistola sparati contro il bene confiscato alla camorra non fermeranno la battaglia per liberare quelle terre dalla dittatura della camorra perché, anche negli anni del terrore, hanno resistito donne e uomini alla prepotenza e alla violenza criminale. Attorno alla figura e al sacrificio di don Peppe Diana, il parroco ucciso dalla camorra, è nato e cresciuto il seme della bellezza e del riscatto. Noi siamo tutti casalesi e la camorra è una montagna di merda”. Lo afferma in una nota il senatore Sandro Ruotolo del Gruppo Misto.

Redazione

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