Comunali, nelle principali città su 73 candidati appena 18 sono donne
“Ancora una volta assistiamo a un preoccupante divario di genere all’interno della politica. Nelle principali città in cui si andrà al voto, ovvero Milano, Trieste, Bologna, Torino, Roma e Napoli, c’è una situazione di disparità evidente. Su 73 candidati appena 18 sono donne. Escluso Roma, che conta 7 volti femminili su 22 proposte (comunque non un dato paritario), gli altri grandi capoluoghi ne hanno appena 2 a Comune. Trieste arriva a 3. Eppure saranno chiamati al voto milioni di cittadini e cittadine. Non possiamo credere che i candidati scelti rappresentino a pieno gli elettori e le necessità di genere che la nostra società ogni giorno manifesta su temi economici, sociali e culturali. Ripiegare l’attività femminile solo all’interno delle liste o indirizzarle a incarichi più tecnici non è sufficiente: serve che i partiti credano nel ruolo di leadership delle donne”. Così Antonella Giachetti, presidente Aidda, l’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda.
“Dobbiamo anche rilevare, con rammarico, che tra le 18 candidate appena 5 hanno meno di 40 anni. E’ questa una politica che parla a tutte le fasce di età e ai rispettivi interessi? La situazione delle candidate donne – aggiunge Giachetti – non è diversa nei Comuni più piccoli: dalla Toscana alla Sicilia, i numeri non sono accettabili. Occorre un impegno a lungo termine, a cominciare dall’educazione scolastica per ottenere un maggiore equilibrio. Tante sono le questioni per cui abbiamo bisogno di una rappresentanza diversa: occupazione e imprenditoria femminile, violenza di genere, programmi sociali. Le donne devono avere un maggiore senso di appartenenza verso l’amministrazione delle proprie città e trovare il coraggio di scendere in campo per essere guida della trasformazione. Un passo che non può prescindere però dalla concessione di reali opportunità da parte della politica, le stesse che oggi vengono date con spontaneità agli uomini”.