DSA: la diagnosi può essere effettuata anche dagli enti privati, se riconosciuti

La Dsa, disturbo specifico di apprendimento, è una condizione comune a molti soggetti che nella maggioranza dei casi viene identificata durante l’infanzia. Per un genitore la verifica delle condizioni di salute del figlio è un momento sicuramente difficile ma cruciale, da cui dipende il suo presente e futuro inserimento nei vari contesti sociali.

La prima cosa che andrebbe considerata in questi casi è che si tratta di una condizione non rara. Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Istruzione riferiti all’anno scolastico 18/19 (ultima rilevazione effettuata) il 4,9% degli studenti ha un disturbo specifico dell’apprendimento. Trattasi di una percentuale sensibilmente più alta rispetto a quella registrata lo scorso anno dallo stesso Miur, che era al 3%. Questo è un primo dato positivo, poiché equivale a un miglioramento della capacità della scuola di rilevare i casi e, contestualmente, una maggior sensibilità delle famiglie nel procedere a una richiesta di diagnosi. A tal proposito si noti come la media includa un 7,3% di casi rilevati nel nord-ovest del paese e di solo 2,4% rilevati nel Mezzogiorno. Un chiaro esempio di come le disparità sociali influiscano anche su questo aspetto.

Altra considerazione è quella relativa alla preparazione al mercato del lavoro delle persone affette da Dsa. Secondo recenti ricerche di mercato oltre 10 mila persone affette da Dsa cercano di entrare ogni anno nel mercato del lavoro. Le aziende hanno interesse all’assunzione considerate alcune capacità particolarmente sviluppate in questi soggetti, quali problema solving, elaborazione di informazioni visive e spaziali, creatività. Chiaramente queste capacità vanno curate e sviluppate fin dall’infanzia, in tal senso è fondamentale procedere subito alla diagnosi dei casi per cominciare forme di didattica peculiare.

Diagnosi DSA, i primi passi

Innanzitutto è bene sapere che questo tipo di diagnosi può essere fatta solo al termine della seconda primaria. Questo per quanto riguarda la dislessia, la disortografia e la disgrafia. La discalculia invece può essere diagnosticata solo al termine della terza primaria.

Le prime difficoltà per logopedia e psicomotricità possono essere individuate già al tempo della scuola dell’infanzia. Alcuni bambini vengono quindi già seguiti prima della scuola primaria e ovviamente le informazioni sulla loro propensione all’apprendimento vengono condivise con i futuri insegnanti. Quindi già durante il primo anno di primaria, quando ci sono delle chiare difficoltà, gli insegnanti hanno il compito di sostenere i bambini con programmi di rinforzo da attuare singolarmente o in gruppi ristretti. Va tenuto a mente però che a questi bambini, considerata l’età prematura, non può essere già diagnostica una forma di DSA: è possibile che un primo aiuto possa bastare a portarli a livello della classe senza ulteriore bisogno di un trattamento differenziato.

Quali enti possono diagnosticare la DSA

Secondo la Legge 170 del 2010 “le regioni nel cui territorio non sia possibile effettuare la diagnosi nell’ambito dei trattamenti specialistici erogati dal Servizio sanitario nazionale possono prevedere, nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, che la medesima diagnosi sia effettuata da specialisti o strutture accreditate”.

Ciò significa che la diagnosi di DSA viene effettuata in primo luogo dalle ASL, ma anche che le regioni possono estendere il compito anche a strutture private accreditate. Va da sé che ogni regione si sia dotata di una propria regolamentazione per recepire quanto stabilito dalla norma nazionale, per questo bisogna verificare caso per caso. Nella Regione Lazio, ad esempio, è la delibera 32 del 2020 stabilisce che la certificazione di DSA, quella da consegnare alla scuola, può essere rilasciata da: ASL; strutture sanitarie private accreditate; liberi professionisti riconosciuti dalla Regione.

In cosa consiste il test per diagnosticare la DSA

Nei contenuti editoriali pubblicati sul sito di un ente autorizzato alla diagnosi DSA troviamo una corretta sintesi di quali sono gli aspetti valutati nel test:

– capacità di lettura, scrittura, calcolo e comprensione del testo scritto;

– capacità visuo-spaziali;

– competenze meta-fonologiche;

– sfera cognitiva, della memoria, del linguaggio e dell’attenzione.

La valutazione viene effettuata in presenza di un neuropsichiatra infantile, un logopedista e uno psicologo. Il neuropsichiatra è il responsabile del test e ha il primo contatto con il bambino, ne raccoglie l’anamnesi e procede con un esame neurologico. Lo psicologo effettua un test WIS-IV, strumento diagnostico per valutare le capacità cognitive dei minori dai 6 ai 16 anni. Infine il logopedista effettua prove di lettura, comprensione, scrittura, calcolo, risoluzione di problemi. Dopo queste analisi l’equipe si riunisce per stabilire l’eventuale necessità di ulteriori osservazioni.

Nella certificazione finale viene innanzitutto indicata l’eventuale diagnosi di DSA. Poi c’è l’elenco dei test effettuati, di come ha risposto il soggetto, e le indicazioni sul percorso riabilitativo. È molto importante che i genitori accompagnino il piccolo in questo processo consapevoli che il tutto è rivolto al suo bene, che l’eventuale necessità di un percorso didattico differenziato non rappresenta una forma di discriminazione ma un importante strumento di aiuto alla sua crescita.

Redazione

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