FedEx-TNT lascia Piacenza: c’è ipotesi accordo ‘paracolpo’
Ricollocazione di 51 posizioni (su 265 complessive) nei siti produttivi di Bologna, Firenze e Ancona, incentivi all’esodo e “outplacment”, cioè corsi di formazione per rientrare nel mercato del lavoro. Questi, in sintesi, i principali punti dell’ipotesi di accordo firmata nei giorni scorsi a Roma dalle segreterie nazionali -e da quelle territoriali di Piacenza- delle sigle di categoria dei trasporti di Cgil, Cisl e Uil con Fedex Tnt, in merito alla vertenza sulla chiusura dello stabilmento piacentino, decisa lo scorso fine marzo dalla multinazionale della logistica. L’accordo sarà sottoposto al voto dei lavoratori in un’assemblea prevista venerdì prossimo, che si svolgerà in un capannone industriale sequestrato alla mafia messo a disposizione del Comune. Entrando nei dettagli del documento il segretario provinciale della Filt-Cgil, Massimo Tarenchi, puntualizza che l’incentivo economico per i lavoratori (ad oggi fermi) che decideranno di cercare una nuova occupazione sarà di 48.500 euro per coloro che hanno più di 10 anni di anzianità -circa il 98%- e di 28.500 per i dipendenti assunti da meno di 10 anni. Altra condizione strappata dai sindacati è infine una “corsia preferenziale” di assunzione per i lavoratori lasciati oggi a casa, se Fedex-Tnt dovesse tornare in provincia di Piacenza. “E’ un’ipotesi di accordo fatta alla luce del sole e non sulla testa dei lavoratori che vogliamo per questo condividere con loro in modo democratico”, sottolinea Tarenchi. Che non nasconde però una certa amarezza per la “disgraziata situazione in cui l’azienda ha chiuso il suo magazzino dall’oggi al domani, senza preoccuparsi delle 265 persone che hanno perso il posto di lavoro e delle conseguenze sociali sul territorio”.
Sulla stessa linea Salvatore Buono, segretario della Fit Cisl di Piacenza, che osserva: “Abbiamo assistito ad una brutta pagina per la storia del lavoro in provincia di Piacenza e, per svariati mesi, la nostra richiesta a Fedex è stata quella di rimanere sul territorio. Quando poi abbiamo capito che la sua decisione era irrevocabile abbiamo cercato di alleviare il più possibile la problematica con questa ipotesi di accordo che, purtroppo, dobbiamo dircelo che è un rimedio”. Secondo Buono, inoltre, “l’entità degli incentivi all’esodo, che potenzialmente ammontano a circa 16 milioni, è il minimo per compensare il disagio sociale provocato da chi ha deciso di chiudere”. Il segretario della Fit-Cisl, infine, sottolinea come l’ipotesi di intesa sia stata firmata “a pochi giorni dalla scadenza del 31 ottobre del blocco dei licenziamenti, che avrebbe potuto aprire altri scenari”. In merito agli aspri contrasti avuti con Adl Cobas (che associa diversi lavoratori) nella gestione della crisi, è sempre Buono a commentare: “Non si tratta di quanti iscritti si hanno. Dove c’è un problema il sindacato confederale interviene per risolverlo. Se avessimo avuto anche un solo iscritto, ci saremmo comportati nello stesso modo”. Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, assicurano infine: “Andiamo avanti e continueremo a lavorare affinchè Fedex Tnt torni a Piacenza”.
(Cai/ Dire)