Il mercato del lavoro sul web: l’analisi di Claudio Nassisi
Il web consente la possibilità di accedere ad una moltitudine di informazioni senza costi. Questo si è tradotto nella riduzione dei vincoli e delle frizioni per acquisire notizie fresche e aggiornate.
Molti studi scientifici hanno messo in luce questo aspetto e lo hanno collegato ad altri settori commerciali come quello dei prodotti destinati al mercato, all’efficienza aziendale ma anche al mercato del lavoro.
In questo ultimo campo il web ha rimesso in discussione le modalità nelle quali i professionisti e i datori di lavoro possono trovare un punto di incontro reciproco.
Le prime analisi che hanno avuto ad oggetto la ricerca del lavoro mediante internet e i suoi effetti sulla disoccupazione sono state effettuate negli Stati Uniti a livello centrare ad inizio 2000 e hanno raggiunto conclusioni per le quali le persone in cerca di lavoro non riuscivano a risolvere i loro problemi più velocemente con le ricerche on line rispetto ai canali tradizionali.
Per arrivare a tempi più recenti, al 2019 per la precisione, l’Istat ha rilevato che, seppure in lieve diminuzione, continua a prevalere l’uso del canale informale: rivolgersi a parenti, amici e conoscenti rimane la pratica più diffusa (82,7%, -0,7 punti); seguono l’invio di curriculum (65,4%, -0,5 punti) e la ricerca tramite internet (55,6%, -2,0 punti). In aumento sia la quota di disoccupati che ha contattato il Centro pubblico per l’impiego (22,3%, +1,1 punti) sia quella di quanti si sono rivolti alle agenzie di somministrazione (12,2%, 1,6 punti).
Ciò indica, a dispetto di quanto si potrebbe pensare, che i canali fisici e basati sulla propria rete di conoscenze, costituiscono ancora il metodo più usato per far incontrare la domanda e l’offerta.
Occorre considerare che, dal lato delle imprese, si comincia a diffondere l’uso dei social network in modo da essere più visibili sul mercato e attrarre il maggior numero di candidati.
Sul web i principali social network stanno trasformando il loro servizio in un nuovo modo di fare assunzioni. Facebook, in questo senso, potrebbe essere considerato come un portale per trovare potenziali candidati. Dall’altro lato, siti come Linkedin, sono focalizzati maggiormente nel creare reti professionali tra gli iscritti.
In effetti, coloro i quali sono alla ricerca di una nuova occupazione (inclusi coloro i quali sono già impiegati presso una realtà lavorativa) si registrano direttamente presso i siti delle aziende e specificano i propri interessi, le aspettative compilando i dati anagrafici e descrivendo il proprio percorso di studi e le esperienze professionali maturate
I recenti studi sulle metodologie di assunzione del personale hanno prodotto le seguenti conclusioni:
- è possibile capire dalle informazioni disponibili on line se una società è finanziariamente solida oppure no e, quindi, proporsi per una candidatura piuttosto che rivolgersi altrove;
- nel momento in cui si cercano profili altamente specializzati, le imprese non specificano chiaramente la retribuzione che verrà corrisposta. In questo modo si evita il rischio di ridurre il numero di candidature. Dall’altro lato, quando le competenze richieste sono facilmente misurabili, viene specificato anche il compenso che sarà corrisposto;
- i candidati tendono ad effettuare ricerchi nell’area geografica dove risiedono;
- coloro i quali ricevono sussidi per la disoccupazione effettuano un minor numero di tentativi sui motori di ricerca per trovare lavoro rispetto a coloro i quali non possono accedere a questi strumenti di sostegno. I tentativi aumentano in prossimità della scadenza temporale dei predetti sostegni economici;
- le società che offrono lavori maggiormente remunerativi, riescono ad attrarre un maggior numero di candidature e concludono positivamente le loro ricerche prima delle altre;
In conclusione la ricerca di lavoro effettuata sul web è effettivamente diventata parte del mercato del lavoro.
Si può dire che sono state create letteralmente nuove figure professionali, che i singoli si sono professionalizzati e hanno saputo creare realtà imprenditoriali capaci di generare valore economico e nuovi posti di lavoro.
Dall’altro lato, quello per il quale domanda ed offerta si dovrebbero incrociare nel miglior modo possibile e nel più breve tempo, è possibile sostenere che con il web il mercato ha perso le proprie dimensioni territoriali.
Attraverso la standardizzazione formale dei curricula e la possibilità di estrarre informazioni in maniera automatizzata, le imprese possono compilare una serie di candidati ideali nel breve termine.
A seguire potranno essere effettuati colloqui individuali da remoto che, minimizzando le distanze, renderanno più semplici anche i contatti personali tra imprenditore e candidato.
Si può estensivamente dire che anche la capacità di fare formazione è maggiormente inclusiva. I portali presso i quali cercare candidature il più attinenti alla propria professionalità stanno integrando i propri servizi con strumenti di formazione mirata ai nuovi profili lavorativi. Questo tipo di attività è orientata sia a dare nuove conoscenze a coloro i quali partono da zero ma anche ad aggiornare le conoscenze già acquisite secondo le novità del settore.
È importante precisare i recuiter, mediante il web, riscontrano anche quella che oramai è comunemente chiamata digital reputation del candidato. Questa ricerca è finalizzata a ricercare ogni tipo di informazione che sia accessibile dai social e dai contenuti che ciascuno produce e pubblica on line.
Sarebbe bene quindi considerare sempre il livello di visibilità che viene concessa alle esternazioni più o meno informali che normalmente si fanno nel quotidiano per evitare che possano essere estratte e utilizzate anche in ambiti non considerati all’atto della pubblicazione.
di Claudio Nassisi
Dottore Commercialista e Phd in economia
socio Aidr