Quali prospettive per il futuro del settore delle telecomunicazioni in Italia

La fine del 2020 ha chiuso un anno terribile dal punto di vista sanitario ed economico. La diffusione della pandemia di covid-19 ha praticamente fermate il Mondo e fortemente limitato la vita di milioni di persone. Proprio per questo motivo le reti di telecomunicazioni sono state soggette ad uno stress senza precedenti. Se da una parte la pandemia ha messo in difficoltà anche gli operatori telefonici, dall’altra ha aperto uno scenario ricco di opportunità. Infatti il futuro del settore in Italia dipenderà molto dalla gestione del Next Generation EU italiano, parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il quale destina una parte importante dei fondi alle politiche di digitalizzazione. Certamente è aumentata la consapevolezza circa l’importanza delle tecnologie digitale e lo sviluppo strategico della rete infrastrutturale per il 5G. Forti investimenti in questo senso, non sarebbero soltanto un segnale di ripresa ma anche le basi per una crescita importante nel futuro.

Conseguenze del COVID-19 sulle infrastrutture di rete

Il forte aumento del traffico in rete per via delle politiche di lockdown ha messo a dura prova l’intera rete di telecomunicazioni. L’aumento del traffico dati, ha avuto un impatto dirompente su tutta la rete, che per fortuna ha saputo rispondere prontamente. Secondo i dati Agcom, il flusso dei dati durante il lockdown di marzo (+90%) ed aprile (+80%) del 2020 è quasi raddoppiato rispetto al 2019, per poi mantenersi un 30% più alto in tutto il periodo estivo. L’incremento, anche se in misura leggermente minore, ha colpito anche la rete mobile. Nonostante ciò, il settore delle telecomunicazioni ha registrato un profitto in perdita del 5,8% solo nel primo trimestre. Nonostante l’aumento esponenziale del traffico dati, la rete ha retto egregiamente, con un calo della velocità di download su rete fissa nelle ore di punta (20-21) soltanto del 10%. Questo non vuol dire che la rete infrastrutturale non necessiti di investimenti, anzi, una rete più efficiente potrebbe rappresentare il punto di partenza necessario per superare la crisi economica provocata dalla pandemia e migliorare il tasso di crescita del paese.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: quali e quanti fondi per la rete di telecomunicazioni?

I sostanziosi fondi messi a disposizione dall’Unione Europea con Next Generation EU, i quali confluiranno nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, daranno un grande slancio alle opere di modernizzazione digitale del paese. Infatti, uno dei tre pilastri principali del piano italiano è completamente dedicato allo sviluppo digitale. Dei 222,1 miliardi previsti, ben 49 miliardi vengono stanziati con l’obiettivo di promuovere la trasformazione digitale del paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo e investire in due settori fondamentali per l’economia italiana, quali turismo e cultura. Per quanto non sia specificato nella voce degli interventi, una parte cospicua dei fondi dovrebbe essere destinata al completamento del progetto Banda Ultra Larga, la copertura in fibra ottica delle strutture pubbliche, ed infine la promozione e la sicurezza della rete 5G.

Rete 5G: a che punto siamo?

Lo sviluppo della rete 5G in Italia, che sembrava procedere a ritmo elevato nel 2019, ha subito un brusco rallentamento nel 2020, per via della diffusione della crisi pandemica ma anche per il comportamento di alcune amministrazioni locali, influenzate dal crescere di voci complottiste e fake news. Nonostante ciò. l’Italia è stato uno dei primi paesi nell’Unione Europea, insieme alla Spagna, a lanciare il servizio commerciale 5G ed al terzo posto per numero di sperimentazioni. In questo momento la rete 5g commerciale è diffusa in 13 città importanti, tra cui Roma, Milano, Napoli, Firenze, Genova, Sanremo, Torino, Bologna, Brescia ed altre ancora.

Cyber Security, a che punto è la strategia italiana?

L’attacco hacker alla Regione Lazio, che ha reso impossibile prenotare il vaccino per diversi giorni, ha evidenziato i forti problemi derivanti da una cyber sicurezza non sufficientemente avanzata. Il covid-19 ha infatti aumentato il numero degli attacchi hacker alle infrastrutture critiche, ma allo stesso tempo ha aumentato la spinta nell’intraprendere iniziative per rafforzare la sicurezza cibernetica di tutto il paese. Da poco l’Italia ha creato l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e promulgato diversi decreti attuativi del Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica in un percorso evolutivo rapido nell’ambito della sicurezza informatica del paese. Nell’ambito del PNRR il governo prevede lo stanziamento di 8 miliardi per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione finalizzati allo sviluppo di infrastrutture ad alta affidabilità ed efficienza per l’erogazione di servizi Cloud alla Pubblica Amministrazione, allo scopo di superare la frammentazione IT e mettere in sicurezza i Data Center di interesse strategico. In questo modo, la Pubblica Amministrazione sarà in grado di erogare servizi digitali in maggiore sicurezza ed affidabilità.

In poche parole l’Italia si trova di fronte un’opportunità unica per modernizzare e digitalizzare la società. Un salto di qualità verso il futuro.

Redazione

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