(VIDEO) Congresso SIPPS a Caserta, Terracciano: “Tra adolescenti 20% allergici”

“Le malattie allergiche sono molto diffuse, in adolescenza più del 20% dei ragazzi ha una rinite o una congiuntivite allergica o una forma di asma bronchiale; è un notevole impegno anche diagnostico”. A dirlo è Luigi Terracciano, pediatra di famiglia nell’Ats Milano, nel presentare la prima guida alla diagnostica ambulatoriale per i pediatri di famiglia, nel corso del Congresso Sipps, che si tiene a Caserta.

“Sono però malattie che si curano agevolmente negli studi dei pediatri, per l’asma ci sono dei momenti diagnostici più articolati ma si può serenamente fare la diagnosi- spiega il pediatra – con i test diagnostici in uso ambulatoriale è possibile la presa in carico e la terapia specialistica del paziente senza difficoltà assoluta, nè pratica né culturale. Questo è un modo per non fare l’invio presso strutture di medio livello ed ospedali”.

“Nella prima infanzia – spiega Terracciano- ci sono soprattutto le allergie alimentari mentre sono presenti le forme di broncospasmo che sono spesso di origine infettiva e virale; sono quindi già presenti le forme allergiche respiratorie nei 1000 giorni ma chi di questi bambini rimane dopo i 3 anni asmatico ha una presenza di allergia che diventa significativa e determinante”. La guida presentata ha quindi “lo scopo di trasferire all’ambulatorio del pediatra di famiglia un primo livello di diagnostica che permetta la rapidità della diagnosi e una riduzione della ricaduta sul sistema ospedaliero perchè la diagnosi non grava su queste strutture- evidenzia Terracciano. “Parliamo di test allergologici- entra nel dettaglio il pediatra- che vuol dire poter fare i prick test, fondamentali e spesso esaustivi perché chiudono la diagnosi di asma, rinite, congiuntivite allergica. Per le allergie alimentari è più complesso ma si può fare un primo step in ambulatorio e passare le conferme diagnostiche ad un secondo livello ma con un paziente già inquadrato ed evitando di mandarlo in ospedale, ingolfando le strutture”.

La definisce “sinergia” Terracciano, questa capacità di lavorare alla diagnosi al primo livello, e aggiunge che “se il sistema funziona migliora moltissimo l’organizzazione e l’ efficienza”. Anche perché i “test sono in grado di essere letti anche dal medico di base, oltre che dal pediatra di famiglia. Fatto con la dovuta delicatezza il test diventa un gioco, il bambino non se ne accorge. Inoltre il test conserva una potenza diagnostica altissima e altrettanta affidabilità- precisa Terracciano.

“Il test in sè non costa niente, ci vogliono pochi minuti per leggerne l’esito. I reagenti invece costano ma rispetto a 20 anni fa molto meno, nella prospettiva delle pediatrie di associazione e delle nuove forme organizzative sul territorio, potendo condividere questa diagnostica con altri associati c’è un’ottimizzazione di scala: minimo costo e impegno standard”, conclude Luigi Terracciano.

(Org/ Dire)

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