(VIDEO) L’edizione settimanale del TG Dire Psicologia: si parla di vaccino, disturbi età evolutiva e suicidio

È online l’edizione settimanale del TG Dire Psicologia a cura della redazione giornalistica Agenzia Dire.

Ecco i titoli:

– VACCINO, KAISER FOUNDATION: 20% GENITORI RILUTTANTE SU BIMBI PICCOLI “Il 20% dei genitori di ragazzi 12-17 anni afferma di non voler far vaccinare i propri figli, percentuale che cresce al 25% per i genitori di bambini 5-11 anni e arriva al 30% per coloro che hanno bambini sotto i 5 anni”. A dirlo è la Kaiser Family Foundation in uno studio sulla somministrazione del vaccino anti-Covid ai bambini con meno di 12 anni. Nel dettaglio, le intenzioni di vaccinazione dei genitori con bambini piccoli, sempre a leggere lo studio della nonprofit, si traducono in: 26% che vogliono fare subito il vaccino ai propri figli di 5-11 anni, ovvero non appena sarà autorizzato dalle agenzie regolatorie; 9% lo farà se verrà richiesto; il 25% non intende farlo ma c’è un 40% di genitori che vogliono aspettare e vedere che succede.

– VACCINO, STAIANO (SIP): È UNICA ARMA CONTRO VIRUS, GENITORI VINCANO DUBBI “In questi due anni di pandemia abbiamo visto come tante certezze siano venute meno, l’unica che è sempre stata mantenuta nel tempo è quella relativa all’efficacia del vaccino. Dunque la vaccinazione è la sola arma che abbiamo per frenare la diffusione del virus”. A sostenerlo è Annamaria Staiano, presidente della Sip.

– NEUROPSICHIATRA: BAMBINI IMPARANO DA COETANEI, NON ISOLARLI CON DIAGNOSI “Fare una diagnosi talvolta significa consentire a un bambino di entrare in una classe per cui non sembra essere preparato. Per ovviare si mettono a disposizione aiuti che possono indurre in lui la paura di essere considerato ‘diverso’ o comunque difficile. Spesso il bambino che si sente ‘mal visto’ o inadeguato non ne parla ed evita la compagnia dei coetanei con i quali invece potrebbe imparare giocando”. A dirlo è Graziella Fava Vizziello, presidente di Aepeasi, presentando la giornata di studio ‘Zero-cinque: fra ritardi nel linguaggio, irrequietezza e dipendenza’.

– SUICIDIO, PSICHIATRA: È ANCORA TABÙ, MA OGGI SI PARLA DI PREVENZIONE Il suicidio è un argomento ‘tabù’, nonostante siano oltre un milione l’anno le persone che si tolgono la vita. “Il suicidio evoca stigma e tabù- spiega Maurizio Pompili, docente ordinario di Psichiatria presso Sapienza Università di Roma- Lo stigma è un marchio su qualcosa da cui dobbiamo stare lontani, ovviamente il suicidio evoca la morte, qualche cosa di molto intimo. In realtà- precisa Pompili- oggi si parla di prevenzione del suicidio, quindi è un passo in avanti nell’ambito della salute pubblica che testimonia la volontà di vivere di soggetti a rischio di suicidio e l’opera di tantissime persone impegnate in un settore estremamente difficile e pieno di rischi, ma nello stesso tempo molto remunerativo dal punto di vista umano, perché salvare una vita è qualcosa di meraviglioso”.

– DISTURBI ETÀ EVOLUTIVA, NEUROPSICHIATRA: GENITORI SONO ALLEATI Storicamente il rapporto tra la neuropsichiatria infantile e i genitori di bambini con problemi psicologici e/o psichiatrici ha avuto fasi molto complesse, ma oggi si può parlare di un nuovo paradigma: “Il genitore non è più responsabile della malattia del figlio, ma del suo cambiamento, tanto che nell’autismo è definito ‘aiutante naturale'”. A dirlo è Mario Speranza, professore di Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Università di Versailles in occasione della conferenza internazionale Aepea. “I genitori sono diventati alleati dei terapeuti e mediatori del cambiamento”, sottolinea Speranza. 

(Arc/ Dire)

Redazione

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