(VIDEO) Al via EORS, congresso ortopedia con esperti internazionali
Sta per partire il 29esimo Annual Meeting dell’European Orthopaedic Research Society (EORS) che quest’anno torna ad essere in presenza. Dal 15 al 17 settembre nella Capitale confluiranno molti esperti di fama internazionale provenienti dal mondo dell’ortopedia, dell’ingegneria medica e della biologia. Tantissimi i temi al centro di un programma di eccellenza.
A fare il punto sulle novità dell’edizione 2021 all’agenzia di stampa Dire il dottor Gianluca Vadalà, Congress Chair and EORS President e Medico di Ortopedia e Chirurgia Vertebrale, Ricercatore di Malattie dell’apparato locomotore presso il campus Bio-Medico di Roma.
– E’ partito il conto alla rovescia per il 29esimo ‘Annual Meeting EORS’ che rappresenta un punto di riferimento nel campo della ricerca ortopedica e muscolo-scheletrica. Quali saranno le novità in programma quest’anno? “Il Congresso EORS rappresenta un momento per divulgare tutte le ricerche e i progressi nell’ambito dell’ortopedia. Per questo si parlerà di protesica, di medicina rigenerativa, di robotica, di realtà aumentata che sono nuove tecnologie che stanno entrando di prepotenza nelle nostre sale operatorie per migliorare le performance del chirurgo. Questa tre giorni ci offre anche l’opportunità di approfondire la tematica della digitalizzazione in ortopedia e l’uso di tecnologie come l’Intelligenza Artificiale e il Machine Learning che consente al medico di usare le capacità computazionali per analizzare una grande quantità di dati e ottenere delle diagnosi precisione a vantaggio del paziente. La medicina rigenerativa sta affrontando inoltre un momento traslazionale importante perché terapie che fino a poco tempo fa erano ancora in studio in laboratorio o sul modello animale, oggi sono arrivate al letto del paziente. E ancora si parlerà di rigenerazione della cartilagine, dell’osso, dei tendini, del disco intervertebrale e tutti i tessuti che formano il sistema di locomozione”.
– Lei riveste la doppia carica di Presidente EORS e in particolare di questa edizione del Congresso. Qual è la mission che lei e la Società perseguite? Quanto è importante anche la formazione di una nuova classe di chirurghi? “La mission della società è quella di promuovere la ricerca in ortopedia. Il congresso annuale è un appuntamento fondamentale anche per poter offrire l’opportunità a tutti i soci di incontrarsi e collaborare. La ricerca ha bisogno di un confronto multidisciplinare non solo tra chirurghi ma anche con gli ingegneri, i biologi, i veterinari per guardare alle nuove frontiere in ortopedia. I giovani sono un aspetto fondamentale soprattutto per questa edizione che ospita molte attività pensato per i giovani ricercatori e chirurghi. Abbiamo dato loro la possibilità di condurre le sessioni accompagnate da dei senior e in particolare si affronterà in un panel dedicato a come poter sviluppare la propria carriera. Le nuove generazioni devono essere invogliate a rimanere nell’ambito della ricerca ortopedica e noi dell’EORS cerchiamo di farlo così”.
– Dopo quasi due anni di pandemia e incontri da remoto si torna finalmente a fare convegni in presenza. A proposito del virus… in una sessione si discuterà di come il vaccino anti Covid a mRna possa essere usato nella medicina rigenerativa. E così? Come viene impiegato? “E’ così. L’utilizzo del vaccino a mRna anti covid 19 come quello Pfizer e Moderna è oramai usato a pieno titolo come strumento per curare diverse patologie. Già usiamo le proteine e i fattori di crescita somministrate per promuovere la rigenerazione e la guarigione di un tessuto. Con questo nuovo sistema, invece di utilizzare le proteine, si inocula mRNA, cioè il “messaggio” che porta poi alla produzione di grandi quantità della proteina stessa per promuovere la rigenerazione tessutale. Nel caso del vaccino anti Covid, l’mRNA inoculato codifica per la proteina spike del virus che stimola il sistema immunitario a generare anticorpi specifici, mentre nel caso della rigenerazione dell’osso, per esempio, si vuole promuovere la produzione delle BMP che favoriscono la formazione dell’osso per stimolare la guarigione di pseudoartrosi che sono situazioni in cui si verifica grossa perdita di sostanza ossea. In più si apre il campo ai trattamenti con i microRNA che sono segnali presenti a livello cellulare, ubiquitari che saranno usati per il trattamento delle malattie perché silenziano la produzione di un determinato ‘segnale’ che in alcune malattie è ‘aberrante’ e perciò va bloccato. Abbiamo numerose strategie che sono ancora a livello di ricerca ma che presto arriveranno nella pratica clinica e cureranno il paziente in maniera molto più efficiente anche in ambito muscolo-scheletrico”.
Si parlerà molto anche del contributo della ricerca traslazionale cioè quella che dal laboratorio arriva direttamente al letto del paziente. Per fare il punto su questo aspetto in particolare, l’agenzia di stampa Dire ha intervistato il Professor Vincenzo Denaro, Honorary Chair EORS, Primario Emerito di Ortopedia e Traumatologia nonché Professore Ordinario di Malattie dell’apparato locomotore del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma.
– Il congresso che si terrà nella Capitale è organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Chirurgia e Traumatologia del Campus Bio-Medico di Roma. Quanto è importante per UCBM la formazione e la ricerca? “Per la nostra Università è importante ospitare questa tre giorni perché si tratta di un congresso europeo dedicato alla ricerca e alla formazione applicate all’ortopedia. Elementi fondamentali e propedeutici all’assistenza e alla cura del paziente. Stiamo parlando della ricerca traslazionale la sola in grado di offrire una applicazione immediata dei risultati ottenuti prima in laboratorio sull’animale e poi trasferiti sull’uomo”.
– Molti gli ospiti internazionali. Qual è l’insegnamento che l’Italia deve trarre in campo ortopedico? Viceversa cosa possiamo trasferire noi ai colleghi europei? “I congressi seri come l’EORS nascono allo scopo di consentire ai professionisti di scambiarsi le informazioni sulle tecnologie più innovative. Ad esempio avremo l’opportunità di divulgare ad una platea di addetti ai lavori le ricerche sulla rigenerazione del disco-intervertebrale che stiamo portando avanti al Campus bio-medico che hanno una ricaduta socioeconomica sulla popolazione dei lavoratori davvero considerevole. Poter trasferire le nostre conoscenze innovative già applicate nella pratica ci cnsente di essere protagonisti all’interno all’Eors apportando nuove conoscenze dai risulati importanti nell’ambito del trattamenti ortopedici”.
– Cosa vuole aggiungere Professore? “I Congressi di questo livello non sono così numerosi perché la maggior parte dei chirurghi ortopedici spesso si occupa più di applicazione pratica che di teoria. Gli esperti che partecipano a questi congressi sono professionisti che vogliono implementare le conoscenze, la loro preparazione chirurgica e conoscere le ultime innovazioni biotecnologiche in ambito ortopedico”.
Per capire quali sono le nuove frontiere della chirurgia in ortopedia e dell’importanza di team multidisciplinari abbiamo intervistato il Professor Rocco Papalia Congress Chair e Direttore di Ortopedia e Traumatologia, Professore Ordinario di Malattie dell’apparato locomotore e Direttore della Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma.
– Si sente sempre parlare di chirurgia mini-invasiva. All’Eors 2021 si affronterà il tema della trasformazione ‘digitale’ della chirurgia ortopedica. Cosa ci riserva il futuro in questo senso? E quali sono i vantaggi tanto per il chirurgo quanto per il paziente? “Il 2021 è un anno particolare perché traccia l’inizio di una nuova era per noi ortopedici grazie ai progressi conseguiti nel campo della telemedicina, della chirurgia virtuale e della robotica. Questi nuovi strumenti servono per aumentare la precisione dell’atto operatorio e per migliorare allo stesso tempo le performance dei chirurghi meno esperti che migliorano le proprie skills offrendo il migliore risultato possibile al paziente. L’evoluzione dell’ingegneria biomedica e della robotica migliorano l’aspetto biomeccanico delle articolazioni che unita all’uso della realtà aumentata offrono al chirurgo la possibilità di avere un’arma in più, un ‘angelo custode’ in sala operatoria”.
– ‘Women leadership and representation in orthopaedic and musculoskeletal research: challenging the status quo’. A che punto siamo? Questa presenza si vede in pratica negli ospedali e nelle università? “Negli ultimi anni la presenza delle donne è più forte. Mentre nel passato la chirurgia ortopedica sembrava solo appannaggio dell’uomo oggi non è più così. La chirurgia ortopedica è una chirurgia di precisione, sono ‘forti’ sulla chirurgia articolare, protesica e della mano. La ricerca anche parla al femminile. Un esempio calzante è quello della nostra università in cui il laboratorio di ricerca in ortopedia è tutto al femminile con risultati eccellenti anche sotto il profilo delle pubblicazioni. Credo nel futuro sarà sempre più presente la figura della donna ortopedico”.
– Insomma il futuro dell’ortopedia pare di capire ‘è donna’… Cosa altro vuole aggiungere a quanto ci siamo detti? “Nell’ortopedia moderna il chirurgo non può lavorare da solo e si avvale di una equipe composta da ingegneri, biologi per dare il miglior risultato al paziente. Per fare bene c’è bisogno di un lavoro di squadra come una ‘nave’ che va nella stessa direzione”.
(Mco/ Dire)