(VIDEO) Napoli. Papà Ugo Russo: “Candidati fanno propafanda per racimolare voti”
“Come sempre ci atterremo alle sentenze. Noi non siamo contro lo Stato, ma non resteremo in silenzio. Deve essere fatta verità”. A dirlo è Vincenzo Russo, papà di Ugo, il 15enne ucciso la notte del primo marzo 2020 a Napoli durante un tentativo di rapina ai danni di un carabiniere fuori servizio e oggi indagato. Russo è intervenuto durante una conferenza convocata dal comitato ‘Verità e giustizia per Ugo Russo’ per annunciare un ricorso al Consiglio di Stato contro una recente sentenza del Tar che ha dato il via libera alla cancellazione di un murale in ricordo dell’adolescente.
“Noi familiari – spiega il padre del giovane – non riusciamo a capire il perché di tanto accanimento nei nostri confronti da parte di persone che fanno propaganda politica per racimolare voti. Prendono in giro la città di Napoli. Questi personaggi – continua – dicono di voler cancellare il murale di Ugo, realizzandone un altro in ricordo di una vittima della delinquenza. Per il Tar il problema non è Ugo, ma sono i murale che non si possono realizzare. A loro dico di leggersi le carte, di non fare i pagliacci per racimolare voti”. (Nac/Dire) 14:27 02-09-21 NNNN
“Presenteremo un ricorso al Consiglio di Stato. La sentenza del Tar è stata profondamente condizionata dal clima diffamatorio che si è creato attorno a questo murale sia sul piano mediatico che su quello istituzionale”. Ad annunciarlo, nel corso di una conferenza stampa, è Alfonso De Vito del comitato ‘Verità e giustizia per Ugo Russo’. Il gruppo nato all’indomani della morte del 15enne, ucciso nel marzo dello scorso anno a seguito di una tentata rapida ai danni di un carabiniere fuori servizio oggi indagato, contesta una recente pronuncia del Tar della Campania che, di fatto, ha dato il via libera alla rimozione di un murale in memoria di Ugo Russo realizzato nel cuore dei Quartieri spagnoli di Napoli.
“Non accettiamo quella che per noi è una censura travestita da pretesti urbanistico-amministrativi”, aggiunge De Vito. Per il comitato, infatti, il murale è legittimo e si contesta l’interpretazione dell’amministrazione comunale di Napoli, confermata invece dal Tribunale amministrativo regionale, secondo la quale “sui palazzi ottocenteschi non si possono realizzare murales ma solo interventi di restauro e ripristino”.
“È un’interpretazione forzata – spiega – e la linea del Comune molto masochistica. Apre una profonda contraddizione e mette a rischio l’intero patrimonio artistico-murario del centro storico di Napoli, uno dei più importanti d’Europa. Di fatto chiunque domani mattina facesse istanza con quelle stesse motivazioni per cancellare un qualunque murale costringerebbe ad avviare una procedura di rimozione. Noi consideriamo legittimo questo murale, è solo un tentativo maldestro ma insistente e pervicace di censura”.
“Andremo anche al Consiglio di Stato e, congiuntamente, organizzeremo altre iniziative: questo murale – ricorda De Vito – nasce per chiedere verità e giustizia per un ragazzo di 15 anni che doveva misurarsi con la responsabilità del suo gesto, ma non essere assassinato. Noi riteniamo che sia stato assassinato. Eppure, dopo un anno e mezzo dalla sua morte, ancora non abbiamo rinvii a giudizio”. Il comitato ricorda che l’opera è stata realizzata “con il contributo dei ragazzi del quartiere, quei ragazzi che non ricevono nessun aiuto dal Comune. Abbiamo in mente altre iniziative perché occorre mantenere alta l’attenzione sul caso”.
(Nac/Dire)