(VIDEO) Vaccino, Locatelli: “terza dose non scontata per giovani e sani”

“Dico con estrema chiarezza che per quello che riguarda i soggetti sani e giovani è tutto fuorché scontato che si debba andare verso una terza dose. Questo è stato detto chiaramente anche dall’Agenzia europea del farmaco piuttosto che dalla stessa Oms”. Così il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, stamattina a Genova a margine del convegno “Meet in Italy for life sciences”.

Il presidente del Consiglio superiore di sanità aggiunge che non va dimenticato “che abbiamo una situazione mondiale globale per cui è importante riuscire a dare copertura a quei Paesi a basso e medio reddito, dove la campagna vaccinale è imparagonabilmente più bassa della nostra”. “La platea della terza dose è già stata estesa- ricorda Locatelli- perché, dopo i soggetti immunodepressi per i quali parlerei di dose addizionale più che di dose ‘booster’ o terza dose, c’è già stata l’indicazione molto precisa per i soggetti sopra gli ottant’anni e residenti nelle Rsa. E anche per il personale sanitario, dando privilegio agli ultra sessantenni e a chi ha condizioni di fragilità. Per il personale sanitario l’obiettivo è fornire il massimo della garanzia a chi si rivolge agli operatori sanitari e anche per dare continuità e recuperare tutte le prestazioni che sono state inevitabilmente ritardate o interrotte durante il periodo pandemico. E’ chiaro che si potranno considerare anche altre categorie, altri soggetti connotati da fragilità come i cirrotici o i soggetti che hanno grande obesità o coloro che hanno fibrosi polmonare”.

“Chi rifiuta la vaccinazione non si vuole bene e non vuole bene a chi è vicino, nel senso che non si protegge ed espone i conviventi e i contatti a un rischio, oltre ad esporre i familiari alla possibilità di entrare in una situazione difficile perché chi non è vaccinato è esposto al rischio di patologia grave anche fatale. Il messaggio forte è: se vi volete bene, vaccinatevi”.

“In particolare- prosegue Locatelli- l’appello è che si vaccinino gli oltre tre milioni di nostri connazionali oltre i 50 anni di età che per ragioni anagrafiche sono esposti al rischio di sviluppare patologie gravi”. Il presidente del Consiglio superiore di sanità, per contro, sottolinea che “l’adesione alla campagna vaccinale nella fascia 20-29 anni è superiore a quella osservata nelle due decadi successive: i giovani hanno dato una grande lezione di sensibilità rispetto a quanto può offrire il vaccino a tutto il Paese”.

(Sid/ Dire)

Redazione

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