Allevamento bufale, Pedicini: “filiera messa in ginocchio dalla Regione Campania”
“Quello che sta avvenendo in Campania va oltre ogni possibile scenario di equivoco. Migliaia di bufale, parliamo di oltre il 90% su circa 40.000 capi, sono state abbattute per sospetta brucellosi o tubercolosi bovina, anche se poi come per incanto, sono diventate sanissime per la vendita della carne alla grande distribuzione. In altre parole si procede agli abbattimenti indiscriminati, senza minimamente tenere in considerazione le normative nazionali ed europee che impongono regole per garantire la biosicurezza degli allevamenti, come campagne vaccinali e test adeguati per tracciare i capi ammalati”. Così, in una nota, l’eurodeputato campano Piernicola Pedicini (Greens/Efa) relativamente all’interrogazione presentata alla Commissione europea sulla mattanza delle bufale campane, abbattute perché malate e poi vendute alla grande distribuzione.
“Addirittura la Regione Campania impone per decreto l’utilizzo del KIT Bovigam che, per ammissione del produttore, è indicato esclusivamente per i bufali africani, non per quelli di razza mediterranea che abbiamo nel casertano. Tanto che anche il Tar Campania ha imposto alla Regione la modifica della deliberazione sull’utilizzo di questo test. Una gestione così irresponsabile sta mettendo in ginocchio la filiera e ad oggi 134 allevatori sono stati costretti a chiudere le proprie attività, sacrificando migliaia di posti di lavoro. Ecco perché in questi giorni abbiamo inviato un’interrogazione alla Commissione europea. All’organismo europeo abbiamo chiesto di intervenire per garantire l’applicazione delle direttive comunitarie e nazionali in materia di contenimento e vaccinazione della brucellosi e della tubercolosi bovina. Per il resto continuiamo a chiederci come mai la Regione Campania stia contribuendo assurdamente al possibile fallimento di una delle eccellenze agroalimentari della nostra regione!”.