Cultura, cenerentola d’Italia, e ad Aversa non fa eccezione!
Caro direttore, consentimi uno sfogo da giornalista e soprattutto da operatore culturale. La Cultura nel nostro Paese, non solo ad Aversa, ma in tutta Italia è sempre relegata al ruolo di Cenerentola, nascosta e marginale, in attesa di un principe, che arrivi e la trasformi in principessa. Ma nel frattempo chi fa Cultura, chi investe in essa, è visto come un folle visionario che fa qualcosa di inutile alla società. I proclami dei politici sul comparto li conosciamo tutti, le azioni tese a rinverdire e rinvigorire il settore, non li conosce nessuno, perché non ci sono. Anzi fare Cultura, in Italia, costa tanto, sia in termini burocratici sia economici, e fare l’operatore culturale, è una impresa eroica, che al Sud, in particolar modo, diventa una fatica erculea. Ed anche i media, soprattutto le grandi testate nazionali, snobbano, tranne in rare eccezioni, tutto il settore relegandolo a ruolo marginale. Tipica è la frase “con la Cultura non si mangia”. Ma potremmo tranquillamente affermare che in tante altre nazioni, con la Cultura “mangiano e bevono!”.
Ad esempio tanto per parlare della Musica, negli ultimi giorni due italiani, Alexander Gadjiev e Leonora Armellini sono arrivati in finale allo Chopin di Varsavia, la più prestigiosa competizione pianistica al mondo per questo strumento, arrivando secondo e quinta. Ma tranne nelle riviste specializzate non si va oltre qualche trafiletto. Lo stesso dicasi per l’immenso violinista ventenne Giuseppe Gibboni, da Campagna in provincia di Salerno, che riporta in Italia dopo 27 anni la vittoria del prestigioso Premio Paganini. Il precedente fu Giovanni Angeleri, che io stesso portai nella nostra Aversa, con un meraviglioso concerto nel novembre 2019. Ma su Gibboni silenzio quasi totale. Eppure per i medagliati dello sport almeno c’è un po’ di attenzione del Presidente della Repubblica, che li riceve al ritorno del trionfo. Per questi geni del Bel Paese, il nulla! E poi ci si riempie la bocca con frasi tipo, incentivare le manifestazioni culturali, che servono a migliorare la vivibilità dell’Italia, Paese, che ormai è considerato tra i più “ignoranti” al mondo. Si legge sempre meno, si scrivono molti più libri di quanti se ne leggono, per lettore pro capite. Con il Covid poi c’è stata la “mazzata” finale su teatri, cinema, ed eventi di spettacolo in genere. La gente chiusa in casa durante la pandemia ha implementato ampiamente gli abbonamenti a quei canali a pagamento che trasmettono film, e così si perde anche il gusto di andare al cinema. Questo però mette a repentaglio la sopravvivenza delle sale poi costrette a riconvertirsi in altro, magari in pub e locali di movida.
Ad Aversa è già successo, come nel caso Metropolitan, in cui mi sarei aspettato una levata di scudi da parte della classe politica locale, che invece ha preferito completamente ignorare l’argomento facendo spallucce. Addirittura, quando diedi la notizia oltre un anno fa, sulla chiusura del Metropolitan, fui accusato di essere un giornalista mendace e spargitore di fake news. Ma poi tutti hanno potuto comprendere chi era il bugiardo, visto, e lo dico a malincuore, che i fatti mi hanno dato ragione, ed il Metropolitan lo abbiamo perso nel silenzio più totale della politica locale. Non ho letto un rigo a tal proposito dei nostri cari esponenti politici, soprattutto quelli istituzionali. Il discorso sarebbe lungo, ma per mantenerci nella nostra realtà, caro direttore, credo che occorra coraggio da parte della politica, sia nazionale, che locale, di dare maggior spazio e risorse agli investimenti culturali, e che anche i media debbano svolgere il loro ruolo verso il lettore, educandolo al bello, ai modelli positivi, solo così ci potrà essere un riscatto del nostro Paese, e della nostra amata Aversa.
Giuseppe Lettieri
giornalista e Direttore responsabile NerosuBianco